Un “premio”, negli appalti regionali, alle aziende che garantiscono migliori condizioni ai lavoratori, a partire dall'introduzione di un salario minimo di 9 euro lordi all’ora.

È la proposta contenuta in un testo di legge presentato dal gruppo del Movimento 5 Stelle in consiglio regionale.

La proposta, condivisa dalle altre forze del centrosinistra alla guida della Regione, punta a «contrastare il dumping contrattuale e premiare le aziende che garantiscono migliori condizioni ai lavoratori».

«Oggi, secondo i dati della Cga di Mestre 5,7 milioni di lavoratori italiani guadagnano meno di 800 euro e rispetto alla soglia del salario minimo i lavoratori sardi sono tra i più poveri. L'Italia è ancora uno dei pochi Paesi che non ha stabilito una soglia salariale minima», ha spiegato il primo firmatario e presidente della commissione Bilancio, Alessandro Solinas.

Il testo dell'iniziativa legislativa, già adottata un anno fa dal Consiglio regionale della Puglia, secondo il capogruppo M5s Michele Ciusa «punta alla dignità dei lavoratori soprattutto nei servizi come il portierato, la guardiania. È un segnale di civiltà che speriamo arrivi anche fino al governo nazionale».

Nel dettaglio la norma riguarda i contratti di appalto o concessione della Regione, enti locali, Asl e società controllate. Negli appalti pubblici basati sul criterio di aggiudicazione dell'offerta economicamente più vantaggiosa, si legge nel testo, le stazioni appaltanti devono considerare nuovi criteri qualitativi premiali, come: benessere e sicurezza dei lavoratori, certificazioni e formazione in sicurezza sul lavoro, sostenibilità ambientale, promozione dell'occupazione femminile e giovanile, presenza di servizi per l'infanzia (nidi aziendali, spazi gioco).

Ma la proposta ha subito innescato lo scontro politico. «Il campo largo ha già approvato un provvedimento simile in Toscana e Umbria, leggi poi impugnate dal Governo poiché la regolamentazione del rapporto di lavoro rientra nella esclusiva potestà legislativa dello Stato», commenta Fausto Piga, vicecapogruppo di Fdi in consiglio.

Per Piga si tratta di una «forzatura» anche «perché nelle intenzioni vi è quella di privilegiare solo le imprese che lavorano nella pubblica amministrazione a discapito delle partite iva che non lavorano con appalti pubblici regionali». 

Video di Stefano Fioretti

(Unioneonline/l.f.)

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