La prima giornata è stata, come sempre, quella di “rodaggio”, con i vari saluti. Ma non è passata inosservata l’apertura della Leopolda edizione 11 – il cui palco è stato allestito come uno studio radiofonico - con Matteo Renzi, leader di Italia Viva, che ha lanciato accuse ai grandi partiti.

Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Enrico Letta e Giuseppe Conte, ha detto, vogliono andare a elezioni nel 2022, dopo il voto per il Quirinale. La stoccata arriva in reazione al sospetto che i renziani lancino avvertimenti in Parlamento, come è successo con gli emendamenti bocciati dal governo ma passati in Senato con i voti della destra e di Iv. Renzi ha sottolineato che quel passaggio sia stato "tutto tranne che un segnale politico", ma fra i suoi c'è chi non nasconde che un messaggio sia comunque arrivato: "Si è visto che i numeri di Italia Viva contano eccome - ha precisato Maria Elena Boschi - e forse qualcuno comincia a preoccuparsi".

"Se il Pd conferma il matrimonio con Conte e Di Maio e la destra continua ad avere una trazione sovranista sulla linea Salvini/Meloni – ha spiegato Renzi - è del tutto evidente che c'è uno spazio, una prateria" al centro, magari con Azione e Più Europa e poi chissà. "Finirà che saremo l'ago della bilancia anche nel prossimo Parlamento".

Oggi il leader di Italia Viva parlerà dell'inchiesta Open: "Uno scandalo incredibile, di un magistrato che sceglie di fare un processo politico alla politica". Domani chiuderà soffermandosi sulla sfida al Quirinale.

(Unioneonline/s.s.)

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