Prosegue il tour nell’Isola di Alessandra Todde, in vista delle prossime elezioni regionali del 25 febbraio. Questa volta la candidata del Campo largo ha parlato alla comunità di Arzachena, dove è stata ascoltata da più di 100 persone.

«Il quadro sanitario è sempre più disastroso», spiega Todde. «La fuga dei medici dalla Sardegna, l’assenza di cure, la chiusura degli ospedali, il mancato servizio in orario notturno per assenza di personale, le spese folli dei cittadini costretti ad andare a curarsi fuori dall'isola. In Sardegna stiamo assistendo allo sgretolamento di uno dei diritti universali: l'accesso alle cure a cui molti purtroppo stanno rinunciando».

Ecco che da questa emergenza potrebbe partire il suo programma: «Abbiamo come dovere quello di riorganizzare la sanità partendo da efficienti presidi territoriali che consentano», prosegue, «soprattutto a chi vive nei piccoli centri spesso mal collegati, di poter essere presi subito in carico almeno per le cure di base. Non possiamo pensare di far percorrere ai cittadini, spesso anziani, decine di km per un prelievo o per raggiungere un medico di famiglia. Le risorse per far funzionare la sanità pubblica ci sono, tanto è vero che la sanità in Sardegna costa quasi la metà dell'intero bilancio regionale. I dati ci dicono che i sardi hanno necessità di risposte immediate».

Secondo la candidata, tra queste risposte non ci sarebbe, però, un’altra riforma sanitaria: «Ripeto che non serve. Noi dobbiamo pensare al fatto che stiamo erogando un servizio con le tasse dei cittadini. E una donna non può partorire in nave, in macchina o in elicottero - tra un'isola minore a un'altra - perché non ci sono presidi per accogliere chi sta per mettere al mondo un figlio».

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