Pd, in migliaia in piazza a Roma: "No al governo degli incompetenti"
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Pd in piazza a Roma per la manifestazione nazionale contro le politiche del governo a maggioranza Lega e Movimento 5 Stelle.
Secondo gli organizzatori sarebbero circa 50mila i partecipanti riuniti in piazza del Popolo, a scandire, slogan emblematico, "Unità, unità".
Simpatizzanti e militanti dem sono arrivati da tutta Italia con 200 pullman e sei treni.
Presenti all'appuntamento tutti i principali leader del partito, dal segretario Maurizio Martina a Matteo Renzi, fino a Nicola Zingaretti, al momento unico candidato alla segreteria in vista del prossimo congresso, che si svolgerà nei primi mesi del 2019, a ridosso delle elezioni europee.
IL "GRAZIE" DI MARTINA - "Grazie, grazie, grazie! Guardatevi... Alla faccia di chi diceva che eravamo pochi", ha detto il segretario dem alla folla radunatasi nella Capitale. Aggiungendo: "Questa è la piazza della speranza, del futuro. Rabbia e paura si possono sconfiggere".
RENZI: "CONTRO LA DERIVA VENEZUELANA" - Durissime, invece, le critiche mosse da Renzi (che ha abbracciato anche Paolo Gentiloni,altro gesto simbolo della giornata) all'esecutivo gialloverde: "È giusto stare in piazza contro questo Governo. Questi incompetenti mettono a rischio l’economia. Prendono in giro i loro elettori, perché non manterranno comunque le promesse. Offendono gli altri cittadini, insultando chi la pensa diversamente".
Ancora, ha detto Renzi, "noi dobbiamo reagire, senza paura. E farlo senza divisioni interne, basta con le polemiche. Lottare colpo su colpo. E organizzare forme di resistenza civile contro la deriva venezuelana di Di Maio e Salvini. L’Italia è stata resa grande dal lavoro, dal sudore, dalla fatica e non dall’assistenzialismo. Non lasciamo il futuro a chi vuole vivere di condoni e sussidi".
In piazza l'ex segretario ha abbracciato Paolo Gentiloni: poco prima anche l'abbraccio tra gli ex ministri Carlo Calenda e Graziano Delrio.
ZINGARETTI: "RICOSTRUIRE LA SINISTRA" - "Noi abbiamo perso, inutile girarci intorno, ma non perché abbiamo comunicato male, ma perché il Paese ha percepito la distanza siderale dalla loro condizione di vita", ha dichiarato dal canto proprio Zingaretti, che ha invitato il partito a fare autocritica. Un gesto che non significa "arrendersi e scioglierci, ma aprire un processo di ricostruzione della dignità della sinistra. E questo è l'obiettivo primario del congresso", ha concluso il governatore.
(Unioneonline/F)