Sarà allestita a Palazzo Madama, probabilmente già da domani, la Camera ardente per il Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, morto ieri a 98 anni dopo una lunga malattia. Quanto ai funerali di Stato la famiglia starebbe pensando ad una cerimonia laica, come quella che ha avuto Pietro Ingrao davanti al Palazzo di Montecitorio.

L’ex Capo dello Stato è morto alle 19.45 nella Clinica Salvator Mundi, al Gianicolo a Roma: era ricoverato da 4 mesi. Accanto a lui la famiglia – i due figli Giulio e Giovanni e la moglie Clio Maria Bittoni, 89 anni – e il consulente per la comunicazione, amico di una vita, Giovanni Matteoli. Al senatore a vita avevano staccato le macchine che ne garantivano anche la respirazione all'inizio della settimana, ma il suo cuore ha continuato a battere per giorni prima di fermarsi. Da tempo aveva problemi di salute: nel 2018 era stato ricoverato all’ospedale San Camillo e sottoposto a un intervento chirurgico per la dissezione dell’aorta. Nel maggio del 2022 un nuovo ricovero, questa volta all’ospedale Spallanzani, per un’operazione all’addome.

Presidente della Camera, senatore a vita, presidente della Repubblica: è stato il primo nella storia della Repubblica a essere rieletto al Quirinale, nel 2013, dopo la prima volta del 2006. Novantotto anni di vita e gli ultimi 70 vissuti da protagonista della storia italiana ed europea, in cui si è distinto per «la capacità di dialogo con tutte le culture politiche» e la sua fedeltà alla Costituzione, è il tributo del suo successore Sergio Mattarella. Che non rinuncia a un messaggio più personale: «La sua morte mi addolora profondamente».

Ultimo dei leader provenienti dalla nutrita pattuglia dei togliattiani del Pci che negli anni Sessanta guardava all'Unione sovietica, fu il confronto-dissenso tra lui ed Enrico Berlinguer a orientare le principali scelte del Pci. Negli anni Settanta il futuro inquilino del Colle svolse il delicatissimo ruolo di “ministro degli Esteri” del partito: fu il primo comunista italiano invitato negli Stati Uniti per una visita ufficiale. Era il 1978, quando il Pci entrò nella maggioranza di governo (con lo spartiacque dell'assassinio di Aldo Moro da parte delle Br), fino al ritorno all'opposizione in contrasto soprattutto con l'emergente Psi di Bettino Craxi.

«Amava i sardi e la Sardegna», ricorda Pietro Catzola, il cuoco del Quirinale originario di Triei.

Ed è impossibile dimenticare la sua commozione  nel 2012 durante l'incontro, a Cagliari, con le delegazioni degli operai travolti dalla crisi industriale. Le storie di lavoratori senza più lavoro, di famiglie travolte dalla crisi industriale, avevano incrinato l'animo di un uomo che per decenni aveva incarnato la figura del politico freddo e razionale.

Durante l'incontro al Palazzo Regio di Cagliari con i sindacati, Napolitano rispose agli operai con voce rotta, consapevole della gravità dei problemi che gli venivano illustrati. Quel giorno intervenne in Consiglio regionale, accolto dal governatore Ugo Cappellacci e dalla presidente dell'assemblea Claudia Lombardo; e salutò con grande affetto il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, che aveva conosciuto bambino per via dell'amicizia col padre, militante comunista.

(Unioneonline/D)

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