«Io sono tranquilla, mio padre era l'ottavo figlio di contadini. Oggi non c'è più, mi continua a mancare e mi ha insegnato due cose: se non fai male non avere paura, se non rubi non devi nascondere. Sono tranquilla e rilassata, mi dispiace solo da mamma che soffre perché mio figlio non può capire, ma sono resiliente e sono tranquilla». Così la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, in riferimento all'inchiesta di Report sulle sue attività imprenditoriali e in particolare sulla gestione delle aziende Visibilia e Ki Group.

INTERROGAZIONE DEL PD – Il servizio della trasmissione Rai ha innescato polemiche politiche e duri attacchi da parte del centrosinistra. Il Pd, tramite il senatore Antonio Misiani, ha presentato una interrogazione alla premier Giorgia Meloni e ai ministri Calderone e Urso, per chiedere «quali iniziative urgenti il Governo intenda adottare al fine di fare al più presto chiarezza sui gravi fatti che riguardano la titolare del dicastero del Turismo che, al di là delle loro eventuali implicazioni sui piani civile e penale, non sono degni della disciplina e dell'onore che dovrebbero caratterizzare le azioni di un ministro della Repubblica».

L’INCHIESTA –  «Secondo l'inchiesta di Report e secondo quanto riportato da vari quotidiani - spiegano i senatori del Pd nell'interrogazione - dal 2018, momento in cui Santanché e Mazzaro, suo socio ed ex compagno, sono subentrati nella gestione diretta della società Ki Group, quest'ultima ha cominciato ad avere difficoltà nel pagare i fornitori e ha accumulato debiti fino a 8 milioni di euro, quasi un quarto del fatturato, riportando bilanci in rosso, lavoratori mandati a casa senza liquidazione, ditte messe in difficoltà, o addirittura strozzate, mancato saldo delle forniture. Tanto che in nove anni il valore del gruppo è passato da 35 milioni a 465.000 euro. E mentre gli azionisti hanno versato 23 milioni di euro, la ministra ha ricevuto 2 milioni e mezzo di euro per le cariche sociali e il socio, Canio Mazzaro, circa 6 milioni di euro. Non solo».

«Da atti pubblici – prosegue il PD – risulta che la ministra, attraverso la società immobiliare Dani srl, sia socia della Ki Group srl e sia stata destinataria di numerosi aiuti di Stato, tra cui un credito di imposta di 600mila euro e un finanziamento di Invitalia spa pari a 2,7 milioni di euro, nell'ambito degli aiuti connessi all'emergenza epidemiologica da COVID-19, di cui ora la società è debitrice con lo Stato. Anche per quanto riguarda la gestione delle società Visibilia da parte della ministra sono state riscontrate “gravi irregolarità” –  si legge nell'interrogazione - e “un'irreversibile crisi reddituale”, per cui nell'inchiesta, aperta per bancarotta fraudolenta e falso in bilancio, tra gli altri risulta indagata proprio la ministra Santanché».

“CHIARIRE IN AULA” – Per questo i dem sollecitano un chiarimento da parte del Governo in aula. E, in maggioranza, auspica un chiarimento la Lega: «Il Ministro Santanchè ha detto di essere assolutamente tranquilla, ha detto che quando sarà il momento verrà in Parlamento a spiegare le sue ragioni. Dunque aspettiamo che il ministro spieghi le sue ragioni, anche perché i processi non si fanno in televisione con le inchieste giornalistiche. Se ci sarà qualcosa saranno altri organismi a dover intervenire non certo Report», ha detto il capogruppo leghista alla Camera, Riccardo Molinari.

MELONI “TRANQUILLA” – Sul caso è intervenuta anche la premier Giorgia Meloni: «Io penso non ci sia nessun problema a riferire in Parlamento, è una richiesta legittima. Sono contenta che la ministra Santanchè abbia dato la sua disponibilità, l'ho vista tranquilla in queste ore come sono tranquilla io», ha detto Meloni.

(Unioneonline/l.f.)

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