Con il 19% appena sfiorato, il Partito democratico si attesta come seconda forza politica in Italia ma nettamente dietro al 26% di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. E soprattutto non supera quella soglia del 20% necessaria a Enrico Letta per poter confermare senza rischi la sua segreteria. E infatti al prossimo congresso non si ricandiderà.

La soglia “psicologica” era tarata non tanto sulle aspettative e sui sondaggi, quanto sul confronto col Pd di Matteo Renzi che, nel 2018, alla Camera prese il 18,7%. Quella volta a rosicchiare voti al Pd fu Leu ma stavolta una parte di Leu (cioè Articolo Uno di Roberto Speranza) è rientrata alla base.

Per i democratici è stata una notte di passione mentre i numeri, fin da subito poco confortanti a dir la verità, continuavano a confermare il calo dem. Qualche parlamentare che si aggirava in sala stampa, il segretario Enrico Letta nel suo ufficio, per seguire lo spoglio insieme a diversi componenti della segreteria, come Enrico Borghi, e le capigruppo, Debora Serracchiani e Simona Malpezzi. Ma l'aria era molto diversa da quelle delle ultime amministrative, quando il Pd ha portato a casa la vittoria. Fino all'ultimo la speranza ha resistito.

Ora un momento della verità è in programma a breve: per statuto, a marzo ci sarà il congresso e, visti i tempi della macchina organizzativa, di fatto i lavori inizieranno a fine anno. A meno che il voto non porti ad accelerazioni. Gli scenari e le ipotesi si sprecano: prende quota quella che vede Letta “traghettatore” in attesa di consegnare la segreteria al governatore dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini oppure alla sua vicepresidente Elly Schlein. Scalcia anche il vice segretario del Pd, Beppe Provenzano.

Si riaprirà anche il dibattito sulle alleanze, specie quella con i 5s. "Abbiamo fortemente voluto allargare il fronte alternativo alla destra - ha ricordato Francesco Boccia, responsabile Eni locali del Pd - Poi, con l'inizio della campagna elettorale si è rotto il confronto" col Movimento "che sui territori continuerà ad andare avanti. Evidente che si aprirà un'altra stagione dopo che avremo capito quali sono i numeri. Al sud la Lega non c'è più, io penso che nelle Regioni del sud i risultati possono confermare che un certo tipo di alleanza è ancora maggioranza larga".

(Unioneonline/D)

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