Diciamolo subito. Una campagna elettorale così, nel bene o nel male, non l'avevamo mai vista. A partire dai milioni di litri di latte gettati per strada. Sarà una coincidenza, sarà che la pazienza era finita insieme al pane, ma di 60 centesimi al litro si parlava da ottobre. Mai vista, dicevamo, una campagna elettorale così. Certo, il test più importante prima delle Europee di maggio (il 24 marzo si voterà anche per le Regionali in Basilicata) ha trasformato la Sardegna in una rampa di lancio per Bruxelles e Strasburgo.

In parte era già successo, nel collegio di Cagliari, per le suppletive per la Camera un mese fa, vinte con ampio margine dal centrosinistra ma passate alla storia per appena il 15% di votanti. E così, nei giorni scorsi, i riflettori si sono accesi sulla Sardegna per commentare l'arresto dei familiari di Renzi, la democrazia-lotteria con il voto sul web per il caso Diciotti, il baratto sulla Tav.

Abbiamo assistito al ping pong tra Roma e Cagliari sul tavolo del latte, anche questo, nel male e nel bene, mai visto prima. Sullo sfondo candidati che prendono le distanze dagli alleati, altri sul palco con i big nazionali, altri soli ma felici per l'assenza dell'aspirante segretario di partito o del notabile di turno in arrivo dal continente. E, ancora sullo sfondo, il mondo "identitario" diviso alla meta, questo sì, sicuramente già visto. E la Sardegna? E i nostri problemi? Certo che se n'è parlato. Videolina, per esempio, ha dedicato uno spazio senza precedenti a tutti i candidati alla carica di presidente della Regione.

Prendiamo la sanità. Comunque vada, chiunque vinca, non sarà quella lasciata in eredità dalla Giunta uscente. Le Asl, passate da otto a una, diventeranno tre o quattro. E si metterà mano - come e dove è tutto da chiarire - alla rete ospedaliera approvata in Consiglio regionale ma ora demonizzata da molti come se l'avesse voluta mommoti e non, appunto, la maggioranza dell'assemblea di via Roma.

Si è parlato anche di energia, ma l'unica certezza è che nel 2025 le nostre centrali non potranno produrre corrente bruciando carbone. Andranno a metano? Chissà. Il gas naturale approderà presto a bocca di porto per essere rigassificato, ma come arriverà nelle nostre case? Via mail no, ancora non si può, nemmeno se hai la pec. Che qualcuno voglia intasare quel che resta delle nostre strade con centinaia di gasiere, inquinanti e pericolose? O arriverà una "rete" (guai a parlare di "dorsale"...) per la distribuzione?

Sì, sì, noi lo scriviamo da anni, ora lo abbiamo sentito dire anche da uomini e donne del Governo che un italiano di Siamaggiore ha lo stesso diritto alla mobilità di un connazionale di Vibo Valentia. La differenza non è tanto nei mezzi di trasporto, quanto in quello che spendiamo e nella libertà di muoverci quando ci serve o ci piacerebbe farlo.

Sul Pecorino L'Unione molto ha scritto in tempi meno sospetti. Di sicuro, la straordinaria presa di posizione dei nostri pastori (al netto dei danni d'immagine causati da delinquenti che hanno inquinato il latte con azioni da Far West) ha avuto la forza di farci conoscere un mondo davanti al quale anche noi sardi abbiamo troppo a lungo fatto spallucce. Non è più tempo. E sino alle dieci di sera, oggi, abbiamo il diritto e il dovere di scegliere. Facciamolo.

Emanuele Dessì
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