La riforma del processo penale incassa l’ok della Camera con 396 si e, 57 no e 3 astenuti e ora il testo passa all’esame del Senato. 

Da segnalere l’assenza, al momento del voto, di 16 deputati del Movimento 5 Stelle, che non risultano in missione. Un probabile seegno di dissenso da parte degli esponenti del M5S, forza politica più critica nei confronti della riforma elaborata dal Guardasigilli Marta Cartabia, che di fatto soppianta la precedente riforma varata dall’ex ministro della Giustizia pentastellato Alfonso Bonafede.

Due deputati grillini hanno invece votato palesemente contro: si tratta di Luca Frusone e Giovanni Vianelli.

Per la Lega, invece, i non partecipanti al voto sono 23, per Forza Italia 26. Il Carroccio ha spiegato però che 13 deputati erano assenti perché malati o in quarantena e che comunque le assenze non derivano da divergenze polemiche inerenti il testo della riforma.

I non partecipanti al voto nel Pd, infine, sono stati 14.

Il punto più divisivo della riforma è quello riguardante la prescrizione. Nel dettaglio: lo stop alla prescrizione dopo la sentenza di primo grado introdotto dalla riforma Bonafede, a partire dal 20 gennaio dello scorso anno, resta in piedi. E vale tanto in caso di

sentenza di assoluzione che di condanna. Si prevede che durante il primo grado decorra regolarmente. In Appello i processi dovranno durare però due anni e in Cassazione uno, con la possibilità che i procedimenti più complessi arrivino rispettivamente fino a tre anni e a 18 mesi. L'accordo raggiunto nei giorni scorsi all’interno della maggioranza prevede che per i reati più gravi (mafia, terrorismo, violenza sessuale e droga) il giudice possa chiedere proroghe di un anno.

C'è anche una fase transitoria, fino a tutto il 2024, in cui le Corti di Appello avranno tempi ancora più ampi, per permettere loro di smaltire l'arretrato anche grazie a assunzioni e investimenti nei Tribunali.

Se il timing non viene rispettato il processo si ferma, diventa "improcedibile". Dovrebbero anche essere fatti salvi i diritti delle vittime dei reati di proseguire la causa per il risarcimento dei danni davanti al giudice civile, anche nel caso di processi 'fermati' dalla nuova tempistica.

(Unioneonline/l.f.)

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