Dopo il richiamo del capo dello Stato sulle misure sui balneari inserite nel decreto Milleproroghe, la premier Giorgia Meloni si impegna a mettere «attenzione e approfondimento» soprattutto sulla controversa questione delle gare per le concessioni.

I rischi di un contenzioso con l'Ue per il rinvio delle gare avevano allertato il Colle, e sensibilizzato Palazzo Chigi, ma il muro di Lega e Forza Italia aveva costretto l'Esecutivo a lasciare le cose come stavano: la proroga di un anno per tutti e la possibilità, in alcuni casi specifici, di un ulteriore slittamento fino al 2025. Un carico eccessivo e rischioso per Sergio Mattarella che ha deciso di promulgare la legge inviando contestualmente la lettera ai presidenti delle Camere e alla premier per puntualizzare le proprie riserve sul provvedimento, nel merito e nel metodo.

Tocca ora a Palazzo Chigi avviare una complessa mediazione per eventuali aggiustamenti.

L’esecutivo va verso la lunga preparazione di un decreto legge che potrebbe mantenere solo la proroga secca di un anno azzerando qualsiasi altra possibile variante sul tema. Si ragiona anche sui «bandi concordati», una tutela rafforzata per chi è già titolare, pur mantenendo l'obbligo di riapertura della gara.

Bocche cucite tra i partiti che sostengono Giorgia Meloni. Fonti della Lega si limitano a ricordare la nota diramata giovedì dal senatore Roberto Marti che fa riferimento al tavolo istituzionale chiesto e ottenuto dal partito di via Bellerio in sede di discussione del decreto Milleproroghe: «Tavolo - si legge – che va proprio nella direzione di approfondire il tema delle concessioni demaniali, sia nel rispetto delle norme europee che nella tutela delle nostre imprese balneari».

«È arrivato il momento di fotografare la situazione delle concessioni nel nostro Paese, al fine di poter affrontare in modo serio gli effetti distorsivi della direttiva Bolkestein e conoscere la nostra risorsa», si spiega nella nota con l'assicurazione che «dalla Lega non mancherà un contributo affinché sia possibile trovare una soluzione che tuteli le nostre imprese e migliaia di famiglie».

(Unioneonline/D)

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