Sergio Mattarella promulga con riserve il decreto milleproroghe e chiede «iniziative di governo e Parlamento per correggere le norme sui balneari».

Sulle concessioni demaniali, scrive il Capo dello Stato ai presidenti delle Camere, «è evidente che i profili di incompatibilità con il diritto europeo e con decisioni giurisdizionali accrescono l'incertezza del quadro normativo e rendono indispensabili, a breve, ulteriori iniziative di governo e Parlamento».

Per Mattarella «sarà necessario assicurare l'applicazione delle regole della concorrenza e la tutela dei diritti di tutti gli imprenditori coinvolti, in conformità con il diritto dell'Unione, nonché garantire la certezza del diritto e l'uniforme applicazione della legge nei confronti dei soggetti pubblici e privati che operano in tale ambito».

Quindi prosegue: «Rilevo, infine, che l'articolo 1-bis, commi 1-6, come si evince dalle quantificazioni della stessa relazione tecnica, reca una copertura finanziaria insufficiente in proiezione temporale che, al fine di assicurare il pieno rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, dovrà essere integrata con il primo provvedimento legislativo utile».

Mattarella già nei giorni scorsi aveva espresso dei dubbi sulle nuove norme sulle concessioni demaniali. Non tanto per la proroga secca delle concessioni per un anno, in barba alla direttiva Bolkestein. Ma soprattutto per tutte le norme che fanno da corollario, tra cui quelle che consentirebbero a determinate condizioni ulteriori rinvii delle gare fino al 2025.

Critiche dal Capo dello Stato sono state sollevate anche sulla natura molto eterogenea dei provvedimenti contenuti nel decreto: «Contiene – si legge nella missiva di Mattarella – 205 commi aggiuntivi rispetto ai 149 originari. È del tutto evidente come, trattandosi di provvedimenti che, per loro natura, attengono ad ambiti materiali diversi ed eterogenei, quando se ne smarrisce la ratio unificatrice, rappresentata dall'esigenza regolatoria di carattere temporale, si trasformano in decreti-legge omnibus del tutto disomogenei, vale a dire in meri contenitori dei più disparati interventi normativi».

(Unioneonline/L)

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