Elezioni regionali in Sardegna: il centrosinistra resta spaccato
Nessuna ipotesi di accordo tra le coalizioni di Todde e SoruPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Nel centrosinistra spaccato il punto di non ritorno è stato quasi raggiunto. Da una parte la coalizione a trazione Pd-M5S che sulla candidatura di Alessandra Todde, deputata pentastellata, ha investito tutto, anche a costo di perdere l'appoggio dell'altro candidato in campo che chiedeva solo primarie di coalizione. Dall'altra c'è, appunto, Renato Soru, a capo della "coalizione sarda" di cui fanno parte anche Progetto Sardegna, Progressisti, Liberu, Più Europa, Vota Sardigna (Irs, Progres e Sardegna Chiama Sardegna), Rifondazione Comunista. Dalla parte dell'ex governatore, che ha anche lasciato il Pd, pesa come un macigno il favore dei Progressisti, partito molto radicato nel Cagliaritano, e nello stesso tempo il più incline a non perdere la speranza di una ricomposizione con l'altra parte.
Nessuno vuole cedere. Ma nel caso dell'alleanza Dem-5S, tirare dritti senza guardarsi indietro rischia di avere un costo molto alto se non si dimostrasse la scelta vincente. Un costo che si troverebbe a pagare chi il binomio l'ha sponsorizzato con forza nel Pd, senza guardare in faccia a nessuno: la segretaria nazionale Elly Schlein, e quello regionale Piero Comandini.
Se avesse la meglio il centrodestra e Soru si posizionasse bene, i due dirigenti democratici dovrebbero trarne le conseguenze. Il voto in Sardegna ha quindi un valore simbolico.
Roberto Murgia
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