Ancora poche reazioni dal palazzo del Consiglio regionale sulla decisione dei giudici di rigettare il ricorso di Alessandra Todde. Per il momento, come era prevedibile, dichiarano solo le opposizioni. 

«Abbiamo sempre detto che la legislatura era politicamente finita - dice il capogruppo di FdI Paolo Truzzu - questa sentenza pone fine a anche a tutti i dubbi dal punto di vista giuridico, ora faccio un appello affinché sia terminato l’accanimento terapeutico, porre fine a questa legislatura e ridare la parola agli elettori». Centrodestra pronto alle urne, dunque. «Chi fa politica è sempre pronto, in questo caso si tratta di metter fine a questa situazione che non segue l’interesse dei sardi».

Anche per Umberto Ticca (Riformatori) stiamo assistendo alla fine della legislatura. «Quella politica si era già vista, considerati gli scarsi risultati in questo anno e mezzo, le leggi impugnate, le divisioni in maggioranza. Ora la sentenza chiarisce che le irregolarità c’erano tutte, e che sulla decadenza non si deve esprimere il tribunale bensì il Consiglio regionale. Ma il fatto che ci siano tutte le irregolarità e che sia messo nero su bianco che il rendiconto non esiste, questo sancisce la fine di questa legislatura». Stefano Tunis di Sardegna al centro 20Venti parla di «chiodi nella bara della Giunta Todde e di questa legislatura mai iniziata. Se la presidente avesse un minimo di coscienza restituirebbe la parola agli elettori dimettendosi. Il tribunale di Cagliari ha respinto ogni tesi sostenuta dalla ricorrente e credo che il Consiglio regionale debba prendere atto di questo e prepararsi a restituire la parola agli elettori dando un nuovo governo alla Sardegna». Secondo Ivan Piras di FI «la legislatura non è mai iniziata per incapacità politica, probabilmente finirà per lo stesso motivo». 

«Siamo di fronte a un’accertata violazione della legge che rende di fatto la presidente decaduta. È ora che l’ormai ex presidente Todde prenda atto della realtà e cessi di aggrapparsi alla poltrona con ogni mezzo, trascinando con sé l’intero centrosinistra pentastellato». Così Michele Pais, esponente della Lega e già presidente del Consiglio Regionale della Sardegna, interviene dopo la decisione del Tribunale sulla vicenda legata all’ineleggibilità della presidente della Regione.

«È un fatto di dignità e di rispetto delle istituzioni che non è più in grado di rappresentate. È inaccettabile che, dopo una simile pronuncia, l’ex presidente Todde – perché tale è da considerarsi sul piano della legittimità politica – continui magari a distribuire nomine e incarichi, come ha fatto sinora. Cercare artifizi e cavilli per cercare per restare al potere, pone le istituzioni in grave difficoltà e pericolo».

Pais sottolinea la gravità politica della situazione: «Chi predicava moralità e trasparenza oggi si mostra pronto a tutto pur di salvare sé stesso e i propri sodali. Ma la Sardegna non può permettersi di essere ostaggio di un classe politica che mette al primo posto la sopravvivenza delle proprie poltrone anziché il bene dei cittadini». «La legislatura è nei fatti finita. Proseguire in questo modo non farà che ingessare la Sardegna, bloccando ogni prospettiva di sviluppo e azione efficace. La Todde è come una regina senza corona. Abbia un sussulto di dignità politica: prenda atto della realtà, si faccia da parte e ridia la parola ai sardi», conclude Pais.

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