Caso decadenza, il tribunale di Cagliari respinge il ricorso di Alessandra Todde
Rigettata l'opposizione della governatrice. La decisione ultima toccherà al Consiglio regionale. Fratelli d’Italia: «Ennesima dimostrazione di incapacità dei grillini»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Il Tribunale di Cagliari ha rigettato il ricorso della presidente Alessandra Todde contro l’ordinanza ingiunzione di decadenza del Collegio regionale di garanzia elettorale presso la Corte d’Appello.
L’ordinanza era stata adottata dal Collegio il 20 dicembre 2024 e notificata il 3 gennaio scorso, dopo l’esame delle spese sostenute dalla governatrice durante la campagna elettorale per le regionali, dove sarebbero state ravvisate irregolarità.
Ora, ottenuto il verdetto finale dal Tribunale, la decisione finale sul caso decadenza toccherà al consiglio regionale.
QUI LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA: «PLURIME E GRAVI VIOLAZIONI»
Le reazioni non si fanno attendere. La prima è quella del coordinatore regionale e parlamentare di Fratelli d’Italia, Francesco Mura: «La sentenza mette definitivamente la parola fine a una legislatura che, nei fatti, non è mai realmente iniziata. Un’esperienza di governo caratterizzata da improvvisazione e pressapochismo, elementi che hanno purtroppo contraddistinto l’azione politica del Movimento Cinque Stelle, oggi come ieri».
Per Mura «non c’è motivo di rallegrarsi per quanto accaduto in Sardegna. Tuttavia, il caso Todde rappresenta l’ennesima conferma dell’incapacità dei grillini – anche in questa loro versione “riveduta e corretta” – di interpretare con serietà e responsabilità il ruolo che l’elettorato, in alcune circostanze, ha loro affidato».
Dallo stesso partito, ma sul fronte Consiglio regionale, passa all’attacco Fausto Piga, che parla di «caos istituzionale senza precedenti, per la prima volta nella storia dell’autonomia sarda il consiglio regionale andrà a casa e a causarlo sono proprio i grillini, il partito della trasparenza e degli scontrini, quelli bravi a urlare e strillare contro gli altri, ma incapaci di dare il buon esempio. Era più facile fare le cose fatte bene che creare questo pasticcio, dopotutto bastava rispettare le regole che si rispettano da trent’anni».