Cambiare politica per riconquistare un popolo che ha voltato le spalle ma per cambiare politica il Pd deve cambiare segretario.

È l'opinione di Massimo D'Alema, che ha chiuso l'assemblea di "Scelgo no", i comitati che si sono battuti contro la modifica della Costituzione firmata Renzi-Boschi, sommersa da 20 milioni di voti contrari al referendum del 4 dicembre.

"Questo incontro - ha chiarito subito chiudendo i lavori dell'incontro che si è svolto al centro congressi Frentani a Roma - non è una riunione per festeggiare il risultato del referendum. No e Sì sono alle nostre spalle, quel dibattito è chiuso. Il risultato così straordinario è dovuto anche al fatto che, cittadini che non votavano più alle elezioni politiche o alle amministrative, hanno votato il referendum e, tra questi, molti elettori della sinistra. Organizzare queste forze, sviluppare un dibattito, creare i comitati, raccogliere fondi e adesioni", è la missione che d'ora in avanti attende le articolazioni di 'Scelgo no'.

"Noi non stampiamo tessere, non faremo il tesseramento. Non vogliamo generare equivoci e tutti ci direbbero 'ecco vogliono fare un partito, saremmo tormentati da un sistema informativo che è orientato a sostenere l'establishment, l'unica categoria che è stata veramente favorita dal governo in questi anni. Compresi molti proprietari di giornali che non si fanno pregare nel dimostrare la propria gratitudine", ha aggiunto l'ex presidente del Consiglio.

"Era importante essere qui oggi per dare il senso di un'iniziativa collettiva - ha aggiunto D'Alema - questo significa che bisogna lavorare, qualsiasi sia la prospettiva: si va al congresso, che serva al tempo stesso il congresso per rinnovare il Pd ma anche una grande convenzione del centro sinistra".
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