«Non ci sono i presupposti per le dimissioni del sottosegretario Delmastro».

Lo dice Giorgia Meloni, che dopo giorni di silenzio interviene sul caso Cospito e invita tutti – compresi i politici di FdI – ad abbassare i toni.

«Da diversi giorni vengo accusata – scrive la presidente del Consiglio in una lettera al Corriere – di reticenza in relazione all’acceso dibattito su Alfredo Cospito svoltosi alla Camera. Non sono intervenuta finora perché ho tentato di non alimentare una polemica che considero per tutti controproducente. I toni si sono alzati troppo e invito tutti, a partire dagli esponenti di FdI, a riportarli al livello di un confronto franco ma rispettoso».

Su Delmastro: «Non ritengo vi siano in alcun modo i presupposti per le dimissioni che qualcuno ha chiesto. Peraltro, le notizie contenute nella documentazione oggetto del contendere, che il Ministero della Giustizia ha chiarito non essere oggetto di segreto, sono state addirittura anticipate da taluni media. Ci sono in questo polverone a mio avviso aspetti chiaramente strumentali. Trovo singolare che ci si scandalizzi perché in Parlamento si è discusso di documenti non coperti da segreto, mentre da anni conversazioni private - queste sì da non divulgare - divengono spesso di pubblico dominio. Trovo singolare l'indignazione del Pd per un'accusa sicuramente eccessiva, quando però la sinistra in passato ha mosso alla sottoscritta, leader dell'opposizione, le accuse di essere la mandante morale delle morti in mare o di guidare un partito eversivo, per citarne alcune».

Ancora: «Trovo paradossale che non si possa chiedere conto ai partiti della sinistra delle loro scelte, quando all'origine delle polemiche di questi giorni si colloca oggettivamente la visita a Cospito di una qualificata rappresentanza del Partito democratico, in un momento in cui il detenuto intensificava gli sforzi di comunicazione con l'esterno, come emerge dalle note dell'autorità giudiziaria che si è pronunciata sul caso. E quello che colpisce me, ancora più di quella visita, è che dopo aver preso atto dei rapporti tra Alfredo Cospito e i boss mafiosi in regime di carcere duro, e ben sapendo quanto alla mafia convenga mettere in discussione il 41bis, autorevolissimi esponenti del Pd abbiano continuato a chiedere la revoca dell'istituto per Cospito, fingendo di non comprendere le implicazioni che tale scelta avrebbe avuto soprattutto in termini di lotta alla criminalità organizzata».

La premier quindi lancia l’allarme e un invito all’unità: «Mentre maggioranza e opposizione si accapigliano, attorno a noi il clima si sta pericolosamente surriscaldando, e non risparmia nessuno come dimostrano i manifesti comparsi ieri a Roma che definiscono “assassini” il Presidente della Repubblica e i membri di diversi governi. Ieri è stato necessario assegnare la scorta a Donzelli e ai sottosegretari Delmastro e Ostellari, e ovunque compaiono minacce alle istituzioni. Siamo di fronte a una situazione inquietante che rischia di avere conseguenze gravi, a uno scenario che deve vedere lo Stato compatto a difesa della legalità. Questo è l’appello che rivolgo a politici, giornalisti e opinionisti».

(Unioneonline/L)

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