Ripartono nel pomeriggio le consultazioni con i partiti di Mario Draghi, l'ex presidente della Bce incaricato dal Colle a formare un nuovo governo.

Dopo un giorno e mezzo di pausa per il super banchiere nella riservatissima villa in Umbria, scatta quello che dovrebbe essere l'ultimo confronto per incastrare tutti i tasselli di una nuova allargatissima maggioranza (dal Pd e Leu fino all'inaspettata Lega, dal M5s a Forza Italia), salire al Quirinale con il puzzle finito e sciogliere la riserva dell'incarico ricevuto il 3 febbraio.

IL CALENDARIO - Oggi pomeriggio toccherà ai partiti piccoli: dalle 15 con il gruppo Misto della Camera fino alle 17.30 con le Autonomie (in mezzo, il Movimento italiani all'estero, Azione, +Europa, i radicali, Noi con l'Italia, Cambiamo, Centro democratico).

Martedì giornata densa dalle 11 alle 17.15. I primi a sedersi di nuovo al tavolo con Draghi saranno i cosiddetti "responsabili", il gruppo di Europeisti-Maie-Centro democratico nato al Senato dopo le dimissioni di Giuseppe Conte. Poi Leu, Italia viva, Fratelli d'Italia, Pd, Forza Italia, Lega e M5s.

L'UNITA' NAZIONALE - Il mix scelto da Mario Draghi dovrebbe essere tecnico-politico ma senza i leader di partito, perché far sedere in Cdm Matteo Salvini con Nicola Zingaretti o Roberto Speranza sarebbe complicato.

Alcune fonti accreditano già un possibile ingresso nel governo di Giancarlo Giorgetti. E l'ipotesi che si affaccia è che torni a Palazzo Chigi da sottosegretario alla presidenza, magari insieme a due sottosegretari per Pd e M5s (circolano i nomi di Andrea Orlando e Stefano Patuanelli), che facciano da camera di compensazione politica per il governo.

I TEMI - In cima all'agenda l'ex presidente della Bce porrà la gestione dell'emergenza sanitaria e un'accelerazione del piano vaccinale, unica via per poter costruire il rilancio. Subito il governo dovrà affrontare il nuovo dpcm anti contagio e varare il decreto con i ristori per i quali il Parlamento aveva approvato uno scostamento di bilancio da 32 miliardi. Poi il Recovery plan.

Tra i primi dossier spinosi che Draghi avrà sul tavolo c'è poi la fine del blocco dei licenziamenti, prevista a fine marzo.

Lavoro e tasse sono i temi su cui è più alta l'attenzione dei partiti, anche considerato che in una maggioranza da Leu alla Lega le distanze sarebbero su alcuni punti notevoli: dalla flat tax alla progressività fiscale, da quota 100 leghista allo stop ai condoni fiscali dei Dem. Altro tema spinoso è quello della gestione di sicurezza e immigrazione. Ma dopo il primo giro di consultazioni la convinzione è che il premier incaricato si concentri su altre priorità per iniziare, come la scuola.

Quanto alle riforme, Draghi potrebbe puntare sulla pubblica amministrazione, mentre quelle istituzionali come la legge elettorale dovrebbero essere lasciate al confronto parlamentare.

IL TIMING - Al presidente Mattarella, Draghi potrebbe riferire mercoledì 10 o addirittura la sera prima, dopo i colloqui con i partiti. Nella migliore delle scalette, il successore di Giuseppe Conte e la sua squadra potrebbero giurare entro venerdì 12 con la fiducia nella settimana successiva.

Il primo voto dovrebbe essere al Senato. Ma dovrebbe decidere la conferenza dei capigruppo, in base anche a valutazioni politiche. Nel frattempo, a causa delle dimissioni di Conte il 26 gennaio, l'attività parlamentare è in standby.

(Unioneonline/D)
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