Ci risiamo, con il fallimento della trattativa politica presieduta dal presidente della Camera Roberto Fico, sull'Italia torna lo spettro del governo tecnico.

Il Quirinale convoca Mario Draghi, scelto come "figura di alto profilo", che ha accettato l'incarico con riserva. Quello dell'ex presidente della Bce potrebbe essere il quarto esecutivo istituzionale, presieduto cioè da personalità estranee ai partiti.

Il primo fu quello presieduto da Carlo Azeglio Ciampi sul finire dell'XI legislatura, dopo che il precedente governo di Giuliano Amato era stato falcidiato dagli avvisi di garanzia. Il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro affidò l'incarico al governatore della Banca d'Italia, Ciampi, che giurò il 28 aprile 1993 e si dimise il 13 gennaio 1994, dopo l'approvazione della nuova legge elettorale maggioritaria, il Mattarellum. I ministeri furono guidati in parte da politici e da tecnici di altissimo profilo ai portafogli economici (Luigi Spaventa, Luigi Gallo, Piero Barucci).

Il secondo esecutivo tecnico fu quello guidato da Lamberto Dini, dopo la caduta del Berlusconi I. Anche in questo caso fu Scalfaro a incaricare quello che era stato il ministro del Tesoro del governo Berlusconi, oltre che Direttore generale di Bankitalia. Dini giurò il 17 gennaio 1995 assieme ad una squadra composta esclusivamente da tecnici, tenendo per sé il Tesoro. Dopo un anno, l'11 gennaio 1996 rassegnò le dimissioni. Attorno a quell'esperienza di governo nacque Rinnovamento Italiano, che alle elezioni, alleato con l'Ulivo superò lo sbarramento dell'4% ed entrò in Parlamento.

Nel 2011, quando la crisi dello spread spinse alle dimissioni il governo Berlusconi IV, il presidente Giorgio Napolitano incaricò Mario Monti, da poco senatore a vita. L'ex commissario europeo giurò al Quirinale il 16 novembre 2011, portando con sé una squadra di soli tecnici. Anche in quel caso si parlò di "governo del presidente". Monti si dimise il 21 dicembre, e anche lui diede vita a un partito Scelta Civica, formato da personalità della società civile, che alle elezioni prese l' 8,3% all'interno di un polo che si assestò al 10,56%.

(Unioneonline/D)
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