Chessa: «Giusto non ricandidare Solinas, ma con Truzzu siamo passati dalla padella alla brace»
L’ex assessore regionale al Turismo parla dai microfoni di Radiolina, dopo il passaggio ufficiale in Forza Italia«Io non ho mai condiviso l’accordo con la Lega». «L’unico vero trasformista del Psd’Az è Solinas». «Con Truzzu siamo caduti dalla padella alla brace». Gianni Chessa parla dai microfoni di Radiolina, dopo il passaggio ufficiale di ieri in Forza Italia. L’ex assessore regionale al Turismo e oggi consigliere di opposizione nella massima assemblea sarda si è tolto più di un sassolino dalla scarpa nella puntata odierna di Caffè corretto. Posizioni che sul piano politico valgono macigni (qui l’intervista completa).
Sull’ingresso in Forza Italia – “benedetto” ieri dalla conferenza stampa a Roma alla presenza del segretario nazionale, Antonio Tajani, e di quello regionale, Pietro Pittalis –, Chessa ha ribadito «in Forza Italia ci siamo sempre stati, questa è la casa dei moderati». Una posizione chiara, limpida, su cui in ambienti politici si parlava da mesi, concretizzata nell’ufficialità di ieri. Un’iniezione di voti per il partito berlusconiano deciso a tornare al 20 per cento in quella prateria di consensi che è l’area di centro. Ma le dichiarazioni di Chessa hanno un peso soprattutto per la rilettura del suo addio al Psd’Az, per la rottura definitiva con l’ex presidente Christian Solinas, per la valutazione sulle scelte fatte dal centrodestra alle Regionali di febbraio 2024.
A quasi sei anni dall’abbraccio con il Carroccio di Salvini, ciò che a fine 2018 portò all’indicazione di Solinas come candidato presidente della Regione, Chessa dice: «Io non ho mai condiviso l'accordo con la Lega. Io mi vanto di aver liberato il Psd’Az da questa scelta. La Lega è un partito che non è mai stato accettato culturalmente in Sardegna. Poi era un partito di brava gente. Ma culturalmente i sardi non l’hanno mai accettata. Solinas ha fatto quell’accordo per garantirsi gli spazi suoi».
Sui rapporti interni al Psd’Az e sulle ragioni che hanno determinato la migrazione in Forza Italia, Chessa – andato via insieme agli altri due eletti in Consiglio regionale, Alfonso Marras e Piero Maieli – ha detto: «Non c’erano più le condizioni per restare nel partito. Il segretario – ovvero Solinas – offendeva le persone. Si dovrebbe fare un mea culpa: noi gli avevamo chiesto di fare un passo indietro, abbiamo perso le elezioni per colpa del segretario Christian Solinas e dell’azione politica che ha fatto. Lui accusa gli altri di trasformismo e di fare politica becera, ma non dice alla gente che quando lui era presidente della Regione, da subito ha portato via due consiglieri a Venti20, ne ha portato via dai Riformatori, dai Cinque Stelle. Faceva acquisti. Quello non è trasformismo?».
Chessa, in ogni caso, non si dice pentito di aver militato nel Psd’Az. Anzi. «Lasciarlo è stata una scelta dolorosa. Tutti i sardi dovrebbero essere sardisti per il bene della nostra Isola. Sardegna. Ma quando si ha un segretario che pensa a fare i suoi interessi e non quelli dell’Isola, è un problema. In cinque anni non è mai stato portato avanti un tema in questo senso». E sul fatto che solo oggi abbia deciso di vuotare il sacco, Chessa ha detto: «I malumori ci sono sempre stati. Dopo Solinas al governo, la Lega ha perso oggi consiglieri regionali e il Psd’Az non ne ha più nemmeno uno. È possibile che la colpa sia sempre degli altri e non sua?».
Sulla scelta di candidare l’ex sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, alla presidenza della Regione in quota centrodestra al posto di Solinas, Chessa ha detto: «Io sono sempre molto sincero e diretto. Fare il golpe contro Solinas era giusto. È indagato, anche se spero che ne esca. Solinas doveva essere cambiato. Ma era in ballo un altro nome. Truzzu subentra e diventa il candidato perché i partiti temevano che la rispuntasse Solinas». A domanda precisa sul “terzo nome”, l’ex assessore al Turismo ha detto: «Poteva essere anche Alessandra Zedda, avremmo vinto con chiunque».