«Per fronteggiare il caro bollette e salvare i cittadini e migliaia di imprese servono subito trenta miliardi».

Lina Lunesu segue alla lettera la linea del leader del suo partito, Matteo Salvini, che dall’inizio della campagna elettorale propone uno scostamento di bilancio per scongiurare gli effetti drammatici dell’esplosione del prezzo di energia e gas. Biologa, 68 anni, nuorese, sposata, due figli, è entrata in Senato con oltre un anno di ritardo dopo le dimissioni di Christian Solinas. Ora prova a tornare a Roma, nell’altro ramo del parlamento, passando dal collegio plurinominale con il simbolo della Lega-Psd’Az.

Lo scostamento di bilancio da trenta miliardi che proponete non rischia di essere un intervento effimero?

«I cittadini sono in grave difficoltà, Coldiretti dice che sono a rischio 60mila imprese. Serve un intervento forte per l’emergenza»

Sulla proposta i vostri alleati sono tiepidi.

«Non mi pare, ma va chiarito che su gas e energia abbiamo in mente interventi strutturali importanti che renderanno la Sardegna indipendente».

Quali?

«Puntiamo a raggiungere la neutralità climatica dell’Isola attraverso la diffusione su larga scala di tecnologie per la mobilità elettrica, sistemi per il riscaldamento e raffreddamento degli ambienti, e l’efficientamento energetico. La Sardegna potrebbe diventare più sostenibile anche grazie all’opportunità di elettrificare porti e flotte attualmente quasi totalmente alimentate con prodotti petroliferi. In più, le caratteristiche dell’isola, con alta ventosità e alto irraggiamento, favoriscono la crescita dell’energia prodotta da fonti rinnovabili».

Cancellerete il reddito di cittadinanza di cui in Sardegna usufruiscono quasi 40mila famiglie?

«Il ragionamento è questo: tutto ciò che lo Stato spende per quella misura lo sta sottraendo alle imprese e ai contribuenti. Noi crediamo che riducendo le tasse ai ceti produttivi si creerebbe lavoro anche per chi adesso usufruisce del reddito di cittadinanza».

Quindi la Flat Tax al 15 per cento?

«Sì, proponiamo un’imposta fissa del 15% proporzionale al reddito. Significa che chi guadagna di più paga di più. Siamo convinti che in questo modo si ridurrà l’evasione».

Proponete anche la pace fiscale, insomma un maxi condono.

«La moratoria proposta in questi anni è stato solo un rinvio dei pagamenti ma non risolve i problemi degli imprenditori. L’Agenzia delle entrate ha in carico cartelle per molti miliardi che arriveranno, noi proponiamo di cancellare quelle più vecchie e in questo modo aiutiamo le aziende a salvarsi e a creare lavoro».

A proposito di lavoro, il turismo nell’Isola potrebbe generarne di più.

«Accanto ai provvedimenti per le imprese pensiamo di incentivare scuole e corsi professionali per formare figure specializzate: non servono solo laureati».

Lei ha presentato un ddl per la prevenzione dei femminicidi, il cui iter si è interrotto.

«Prevede l’utilizzo delle Case di comunità per realizzare centri d’ascolto che consentano di prevenire i delitti accogliendo tutte le figure coinvolte. Se sarò eletta mi impegnerò perché vada a buon fine».

Fabio Manca

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