Torna a parlare della rottura dell'alleanza con i dem "figlia di un negoziato durissimo e un compromesso" tanto che "si erano create due ali della coalizione, una delle quali contraria a tutto quello che dice l'altra" e poi parla del possibile accordo con Italia Viva annunciando "ci incontreremo per discuterne". Così il leader di Azione, Carlo Calenda a proposito delle elezioni e delle alleanze in un’intervista ripresa dalle agenzie di stampa.

"Il problema del Pd è sempre lo stesso - sottolinea -, siccome non si sente in grado di rappresentare tutta la sinistra, mette dentro chiunque. Temevano che Fratoianni e Bonelli andassero con Conte. A fare cosa, Melénchon con la pochette? È finita a bordello e per la sinistra sarà una sconfitta clamorosa".

È certo che non avrà bisogno di raccogliere le firme per presentarsi: "Ieri il Parlamento europeo – ha spiegato Calenda questa mattina in tv – ha mandato al Viminale la certificazione che io sono stato eletto in una lista composita, quindi non è un problema l'esenzione che è a piena norma di legge". Non ha poi paura che la sua scelta di rompere con i dem favorisca la destra: "Non è detto che Meloni vinca. Prenderò molti voti in uscita dal centrodestra, ci sarà una grande onda di consenso come è accaduto a Roma. Se vado bene toglierò tantissimi consensi alla destra nel proporzionale e questo compenserà il risultato dei collegi, anzi il saldo per loro sarà negativo. Posso mandare Forza Italia sotto il 3%".

Aperto il dialogo per un’alleanza con Renzi, su cui però precisa: "Un accordo tra di noi non è né scontato né banale. Con Renzi ci sono rapporti deteriorati nel tempo, ci unisce una consonanza programmatica e ci dividono alcune scelte". 

Il leader di Iv, dal canto suo, sostiene che la rottura tra dem e Azione sia la conferma che "la grande ammucchiata non funziona. Si va dagli elettori condividendo delle idee, non uno schema con il numero dei collegi" e tende la mano a Calenda "quando abbiamo lavorato insieme abbiamo lavorato bene" aprendo alla nascita del Terzo polo.

"Quello del 25 settembre sarà un seme, che avrà un ottimo risultato elettorale ma che sarà destinato ad affermarsi in futuro - sottolinea in un’intervista ripresa dalle agenzie di stampa -. Ci sono moderati che non vogliono votare la Fiamma, ci sono riformisti che non vogliono votare gli anti Draghi: dare loro un tetto significa avere una visione politica, non una lista di cose tecniche da fare".

Affrontando la questione dell'alleanza con Calenda dice: "Le idee in comune sono più vicine delle diversità metodologiche e caratteriali che ci separano. Noi ci siamo posizionati sul Terzo Polo da subito. Se Azione ci sta, siamo pronti a ricominciare insieme, senza primogeniture ma puntando al bene dell'Italia. Io e Carlo insieme possiamo fare il botto". Secondo Renzi "Letta è il vero sconfitto di questa fase politica": "Poteva fare un accordo in nome dell'antimelonismo e dell'antisalvinismo - sottolinea -. Per farlo però doveva fare l'accordo con i Cinque Stelle. Non c'è riuscito. Oppure viceversa poteva fare un'agenda politica in nome di Mario Draghi e allora doveva portar dentro Italia Viva, Azione e i riformisti. E tenere fuori i populisti, invece è rimasto invischiato nei suoi rancori personali contro di me. E soprattutto è rimasto indeciso e tentennante sulla strategia politica". 

(Unioneonline/v.l.)

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