La Giunta per le Immunità del Senato è convocata alle 13.30 per decidere se autorizzare o meno il processo contro Matteo Salvini per il blocco della nave Gregoretti nel porto di Augusta (Siracusa) lo scorso 27 luglio per quattro giorni.

Luigi Di Maio ha già annunciato che i Cinquestelle voteranno per il sì, a differenza del caso Diciotti: "Qui non si tratta di fare o no un favore a qualcuno", ha detto il leader M5s, specificando: "Il caso Diciotti fu un atto di governo perché l'Ue non rispondeva e servì ad avere una reazione, che poi arrivò. Quello della Gregoretti, dopo un anno, fu invece un atto di propaganda, perché il meccanismo di redistribuzione era già rodato e i migranti venivano redistribuiti in altri Paesi Ue. È questa la differenza enorme tra i due casi, la differenza enorme tra la realtà e la bugia. Nelle ultime settimane di governo con la Lega si alzavano i toni anche per questo, perché qualcuno pensava più alla propaganda e a fare campagna elettorale che a governare".

Per il Tribunale dei ministri di Catania, che ha chiesto l'autorizzazione a procedere per sequestro di persona, l'allora ministro dell'Interno ha "abusato dei suoi poteri" e avrebbe "privato della libertà personale i 131 migranti bloccati a bordo di nave Gregoretti Guardia Costiera italiana dalle 00:35 del 27 luglio 2019 fino al pomeriggio del 31 luglio" successivo, quando è giunta l'autorizzazione allo sbarco.

"Il fatto che io rischi 15 anni di carcere per aver difeso i confini del mio Paese sulla scorta di accordi internazionali - commenta l'ex ministro - mi fa dire che in Italia c'è un problema. Io ringrazio la maggioranza della magistratura che è obiettiva, corretta e indipendente. Ma c'è una parte che fa politica e butta soldi".

La Procura distrettuale aveva chiesto l'archiviazione (pur trasmettendo gli atti al Collegio per i reati ministeriali del tribunale di Catania) sostenendo che "l'attesa di tre giorni non può considerarsi una illegittima privazione della 'libertà'", visto che le "limitazioni sono proseguite nell'hotspot di Pozzallo" e che "manca un obbligo per lo Stato di uno sbarco immediato".

Inoltre, aveva osservato il pm, "le direttive politiche erano cambiate" e dal 28 novembre il Viminale aveva espresso la volontà di assegnare il Pos e di "farlo in tempi brevi", giustificando "i tempi amministrativi" per attuare lo sbarco dei migranti "con la volontà del ministro Salvini di ottenere una ridistribuzione in sede europea". Infine sulla nave "sono stati garantiti assistenza medica, viveri e beni di prima necessità" e "lo sbarco immediato di malati e minorenni".

Tesi non condivisa dal Tribunale dei ministri di Catania, lo stesso che il 24 gennaio scorso chiese al Senato (che la rigettò) l'autorizzazione a procedere contro Salvini per il ritardo di 5 giorni nello sbarco di 177 migranti dalla nave Diciotti nell'agosto 2018 nel capoluogo etneo.

(Unioneonline/D)
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