Neanche il tempo di far tirare ai suoi un sospiro di sollievo per l’archiviato scontro con Giorgia Meloni che già altre dichiarazioni di Silvio Berlusconi tengono sulle spine il centrodestra.

Dopo il foglietto delle polemiche, le tensioni su Ignazio La Russa presidente del Senato, e il vertice di un’ora e mezza con la presidente di Fdi, l’ex premier sostiene che lei gli abbia chiesto di diventare suo consigliere. “E io mi sono messo a sua disposizione”. Quanto a quegli aggettivi a lei attribuiti, non erano “un mio giudizio personale”.

Il mancato voto su La Russa, ha spiegato, era per chiedere "pari dignità con la Lega, come la chiediamo sulle altre cariche, sulla base che abbiamo gli stessi numeri di elettori". I senatori di FI "erano convinti di votare per La Russa al secondo turno, quindi non c'era né scostamento di programmi né sulle persone né sul centrodestra”. Quindi la rivendicazione: “Io sono il fondatore del centrodestra, sono colui che deve tenerci di più all'unità del centrodestra".

Poche ore dopo però, nell'incontro con i deputati azzurri, parole di tutt’altro genere e tenore, questa volta sul presidente Vladimir Putin. Per il Cav un ex amico, dopo l'invasione dell’Ucraina, che però a quanto pare non è più tanto ex: “Ho riallacciato un po' i rapporti con il presidente Putin – lo si sente dire in audio di LaPresse - un po' tanto, nel senso che per il mio compleanno mi ha mandato venti bottiglie di vodka e una lettera dolcissima. Gli ho risposto con bottiglie di Lambrusco e una lettera altrettanto dolce. Sono stato dichiarato da lui il primo dei suoi cinque veri amici". "Se Kiev entra nella Nato sarà la terza guerra mondiale", ha aggiunto: "Io non posso personalmente fornire il mio parere perché se viene raccontato alla stampa viene fuori un disastro ma sono preoccupato".

Il leader di FI svela anche che Meloni sarebbe d'accordo nel mandare l'ex presidente del Senato Elisabetta Casellati al Ministero della Giustizia. Un incarico per il quale, invece, la premier in pectore ha già scelto Carlo Nordio, come conferma Ignazio La Russa. 

Tensioni oggi anche nel Terzo Polo, nonostante Carlo Calenda minimizzi. Il leader di Azione prima dice che loro non parteciperanno al voto sulle vicepresidenze visto che sarebbero stati fatti fuori da Dem e 5 Stelle e poi annuncia che alle consultazioni al Quirinale andrà lui da solo, con i capigruppo Matteo Richetti e Raffaella Paita, ma senza Matteo Renzi. Assenza che fa parlare di "gelo" e "tensione" tra i due, subito smentita da Calenda: "Notizia inventata". Renzi sembra che sia "semplicemente fuori Italia" per un ciclo di conferenze, spiegano in Italia Viva.

(Unioneonline/D)

© Riproduzione riservata