Vita e mitologia a Cagliari nei primi anni Ottanta.

Va detto subito che essere adolescenti in quel periodo era divertente ma comportava alcuni rischi.

Una delle maggiori fortune fu vivere l’epopea mondiale della nostra nazionale di calcio del 1982.

Uno dei maggiori rischi, quando ancora il bullismo non era stato codificato, era uscire e poi tornare a casa con la camicia strappato e un occhio gonfio.

Ma andiamo per ordine.

Come molti sanno, a Cagliari erano tante le zone a macchia di leopardo dove un ragazzo o una ragazza non dovevano passare.

Tante le cricche nefaste che presidiavano il territorio.

Oggi ci sono uomini fatti che mai ammetteranno che all’epoca presero susse, surre, memorabili da parte di sballadoris professionisti.

Gente che ti pestava adducendo scuse improbabili:

- Mi stai guardando male?

- Sei tu quello che ha picchiato mio fratellino?

Che aveva anche la variante: Mi hanno detto che hai picchiato mio fratellino in piazza Giovanni

In fine: stavi guardando mio sorella, vero?

Fra loro spiccava Arrexionaus.

Arrexionaus era uno sorta di cavallo di Troia nelle disfide in campo aperto tra gruppi rivali.

Ripetendo all’infinito:

-Ragazzi, tranquilli, buoni, ragioniamo, arrexionaus!

Si proponeva come ambasciatore di pace, mediatore pronto al ragionamento e non alle mani.

Avanzando con le braccia spalancate, quasi un Cristo in croce, atteggiamento remissivo, gandiano, pacifista, arrivava a un soffio dal volto del capo nemico.

E mentre ripeteva ancora: Arrexionaus! Arrexionaus!

Lo abbatteva con un colpo di testa magistrale dando via alla rissa con un punto di vantaggio.

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