T ornando ai fondamentali, che cos'è il QE, il “Quantitative Easing” che Draghi continua imperterrito a usare come un lanciafiamme per risollevare l'economia europea e raggiungere l'obiettivo di una inflazione al 2% annuo? La spiegazione è semplice: la BCE, la Banca Centrale Europea che gestisce l'Euro e attua la politica economica e monetaria dell'Unione Europea, stampa moneta extra che usa per comprare obbligazioni dalle istituzioni finanziarie dei vari paesi.

Questo processo per definizione inflattivo (lo stampare moneta) dovrebbe ridurre i tassi d'interesse e conseguentemente servire a incentivare imprese e persone a richiedere finanziamenti alle banche, dunque a investire e spendere, a rilanciare i consumi e, crediamoci, l'economia reale. Un altro vantaggio sarebbe non trascurabile: l'euro, a causa di questa sovraproduzione di carta stampata si svaluta rispetto alle monete degli altri paesi permettendo un incremento delle esportazioni. Tutto questo in teoria.

Il QE è stato attivato da Draghi all'inizio del 2015, ma in realtà già dal 2012 i tassi d'interesse erano stati portati dalla BCE sotto l'1% e a zero i tassi sui depositi. Nel 2016 la terza tranche di QE raggiunge gli 80 miliardi mensili, il tasso di riferimento scende allo 0%, quello sui depositi al - 0,4%. Oggi Draghi rilancia un nuovo QE, che verserà 20 miliardi di euro ogni mese nelle banche commerciali.

Tuttavia, nonostante sette anni d'interventi monetari sino al picco di un fuoco atomico di 80 miliardi mensili, l'inflazione non ha mai raggiunto il suo obiettivo. (...)

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