S econdo il filosofo Ernst Cassirer, l'uomo è innanzitutto un produttore di segni, di cui fa uso per dare un senso, una sostanza e una direzione a se stesso e al mondo che misteriosamente lo circonda. Il segno principale è la lingua madre, attraverso la quale l'essere umano disegna non solo il suo percorso di conoscenza progressiva, e dunque anche il contenuto della sua memoria, ma lo stesso contesto della sua esistenza, gli oggetti e le possibili relazioni.

In altre parole, siccome il linguaggio ci serve per definire, qualificare e comprendere il mondo nel quale siamo capitati, il mondo stesso diviene in un certo senso funzione, o meglio un derivato della lingua che noi usiamo per rappresentarlo. Il mondo non è dunque un sistema oggettivo, ma un prodotto dell'animale “symbolicum” che è l'uomo.

Il concetto può essere meglio compreso se si considerano altri segni che l'essere umano produce: la musica, l'arte, la matematica, il mito. Cosa c'è di oggettivo nella musica se non un altro astratto sistema di segni riportati nel pentagramma? Eppure la musica è capace di creare un mondo, di scoperchiare ricordi, di accendere emozioni, di suscitare desideri, sogni, di invitare all'azione o di conciliare il sonno. Anche la musica è dunque uno strumento che, di fatto, conforma il nostro mondo. Infatti: che mondo sarebbe senza la musica, oppure accompagnato da una sola, tragica e infinita nota come quella dell'encefalogramma piatto? (...)

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