Perse le elezioni nazionali, perso il Comune di Roma: nella sinistra è tempo di un bilancio, lucido, severo e costruttivo. Già agli albori del Pd avevo segnalato, su L'Unità, che il dibattito sulla "fusione calda o fredda" tra Ds e Margherita costituiva un falso problema e che occorreva elaborare un nuovo progetto di società piuttosto che evocare simboli e appartenenze. Si rispose che era più urgente la stabilità del sistema politico. Purtroppo, le ultime elezioni hanno dimostrato il contrario. Faccio alcuni esempi, spero utili alla riflessione.

ECONOMIA E LAVORO Peter Lindert dice che welfare e sviluppo economico non sono antitetici ma occorre eliminare quei privilegi che nuocciono allo Stato sociale. Bene, ma perché le liberalizzazioni sono apparse come invenzioni del solo Bersani, non come obiettivo centrale del Pd? Siamo convinti che la competizione deve affermarsi nel mercato quanto nelle istituzioni, nelle liste elettorali, nella società? Possibile declinare il valore dell'eguaglianza con meritocrazia e cominciare a costruire una società equa, delle pari opportunità? E poi: vogliamo interloquire solo col lavoro salariato mentre le cosiddette partite iva si collocano, ormai "antropologicamente" a destra? Non capiamo che nella società della conoscenza il baricentro si sposta verso il lavoro autonomo e lì si annidano oggi gravissime sacche di sfruttamento e alienazione?

CLASSE DIRIGENTE Il secondo rapporto Luiss conferma un quadro desolante; classe dirigente anziana (in media oltre 60 anni), cooptata, provinciale, quasi il 90 per cento sono uomini... In Italia manca completamente la cultura della competizione in favore della cooptazione. I percorsi scolastici e universitari sono incapaci di selezionare e sfornano giovani con identico curriculum vitae. La laurea oggi è una questione di tempo, non di merito, e il tempo stesso, perno della società tecnologica, è una variabile del tutto negletta in questo Paese. Associamo formazione a competizione e consideriamo il tempo un fattore di selezione, faremmo un passo avanti. Secondo l'Istitituto Cattaneo, 1 cittadino su 20 ha fiducia nella Pubblica amministrazione: antipolitica? No, la PA è costosissima e versa in condizioni disastrose. Possibile invocare lo Stato come garante di equità, solidarietà, sicurezza e poi utilizzarlo come ammortizzatore sociale per assumere chicchessia? Chi è di sinistra non dovrebbe essere severo ed esigente con i servizi pubblici e non indulgente con chi non li fa funzionare?

COSTUME E SOCIETÀ Argomento primario dei nostri tg. Dieta mediterranea, cambio di stagione, sport, cronaca; l'economia nello speciale: non sia mai che lo spettatore si annoi. Questo provincialismo dolciastro ci sta flagellando. La media dei quotidiani letti è di 105 ogni mille abitanti, in Europa 270. I modelli culturali alimentati dalla tv fanno a fette ogni forma di civismo, impegno sociale, culturale, e chi si aspettava un cambiamento con il centrosinistra è rimasto deluso. Vogliamo occuparci dei contenuti del servizio pubblico televisivo (e quello privato?), delle beghe della Rai, nella quale prevalgono sempre i soliti potenti, buoni per tutte le stagioni? Quanto tempo ancora prima che la Rai diventi come Alitalia?

Come mai il consumatore, protagonista della società odierna, viene abbandonato dal Pd alla tutela comunitaria? Non capiamo che esso necessita di protezione specifica rispetto al cittadino e che con le privatizzazioni il suo habitat si estende a dismisura? Perché un lavoratore quando esce di fabbrica e viene aggredito dalle multinazionali dei consumi cessa di essere destinatario di scelte politiche e viene affidato al tecnico di turno? Perché, per i fumatori, attendere Sirchia?

L'AMBIENTE Possibile affidarlo a Verdi ed ecologisti per poi lamentarsi che quei soggetti, nati come movimenti, assumano toni massimalisti? La globalizzazione, l'Europa spostano laute risorse finanziarie fuori dal controllo degli Stati. Le politiche basate sui diritti divengono quindi demagogiche se non dicono dove attingere le risorse. E poi, basta brandire diritti; parliamo anche di doveri. La società globale avvicina i livelli di governo alle comunità, alle persone; ognuno potrà chiedere se e solo se, in base alle proprie possibilità, sarà disposto a dare.

Insomma, abbiamo perso e male. Il Pd è tuttavia un'occasione preziosa non solo per la stabilità del sistema politico, ma soprattutto per concepire un nuovo progetto per la società di oggi. Un solo, indefettibile caveat: scelte chiare e definite, contentare tutti non è possibile.
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