Nel suo discorso ai leader del G20, il presidente ucraino, Volodomyr Zelensky, ha toccato 10 punti che ha definito cruciali per l'Ucraina, per raggiungere la pace. Al primo posto «la sicurezza nucleare», quindi la «sicurezza alimentare», e al terzo la «sicurezza energetica». «La quarta sfida è il rilascio di tutti i prigionieri e i deportati», ha aggiunto. Al quinto "l'attuazione della Carta delle Nazioni Unite e il ripristino dell'integrità territoriale dell'Ucraina e dell'ordine mondiale".

«La sesta sfida - ha evidenziato il presidente ucraino - è il ritiro delle truppe russe e la cessazione delle ostilità». Al settimo invece la «giustizia». «Abbiamo già proposto una risoluzione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite riguardante un meccanismo di compensazione internazionale per i danni causati dalla guerra russa: vi chiediamo di attuarla».

Quindi, all’ottavo punto, «l'ecocidio», ovvero «la necessità di proteggere immediatamente l'ambiente». «Il successivo (il nono) è la prevenzione dell'escalation: un rischio che esiste ancora e rimarrà finché la nostra sicurezza non sarà adeguatamente garantita. L'Ucraina non fa parte di nessuna alleanza. E la Russia ha potuto iniziare questa guerra proprio perché l'Ucraina è rimasta nella 'zona grigia' tra il mondo euro-atlantico e l'imperialismo russo». All'ultimo posto la conferma della fine della guerra: «Quando tutte le misure antibelliche saranno state attuate, quando la sicurezza e la giustizia cominceranno a essere ristabilite, un documento che conferma la fine della guerra dovrà essere firmato dalle parti», ha concluso Zelensky nel suo discorso. 

A replicare il ministro degli esteri russo Serghei Lavrov, che intervenendo al summit ha parlato di ipotesi «non realistiche e non adeguate». La Russia vuole vedere «fatti concreti, e non parole» sull'influenza esercitata dall'Occidente su Zelensky perché accetti di negoziare, ha aggiunto Lavrov. I Paesi occidentali – ha proseguito – hanno «cercato in ogni modo di politicizzare» la dichiarazione finale del vertice del G20, cercando di imporre un linguaggio che »implicherebbe la condanna delle azioni della Russia da parte di tutto il G20, compresi noi». Lavrov ha anche aggiunto come Zelensky, nel suo intervento, abbia dato prova di una «retorica russofobica e aggressiva».

(Unioneonline/v.l.)

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