Due giorni fa Patrick George Zaky - lo studente egiziano dell'università di Bologna in arresto al

rientro al Cairo dal 7 febbraio l'accusa, tra le altre, di istigazione al rovesciamento del regime - è stato trasferito dal centro di detenzione del commissariato di polizia in un carcere di Mansoura e al momento le visite di familiari e legali gli sono state negate fino al 5 marzo.

Lo scrive su Twitter Amr, amico egiziano di Patrick e attivista in prima fila per chiederne la liberazione. "Non abbiamo idea delle sue condizioni di salute", scrive.

"Il governo egiziano approfitta del fatto che il governo italiano è impegnato col coronavirus e punisce intenzionalmente Patrick", si legge ancora nel tweet.

Gli attivisti chiedono che al ricercatore 28enne siano ripristinati i legali diritti di visite.

La famiglia del giovane, riporta la pagina Facebook "Patrick Libero", è rimasta "scioccata" nell'apprendere del trasferimento dello studente egiziano, iscritto al master Gemma dell'Università di Bologna e arrestato al Cairo l'8 febbraio scorso.

"Ieri sera - scrivono gli amici di Zaky su Facebook - la famiglia di Patrick gli stava portando da mangiare nella struttura di detenzione della stazione di polizia di Talkha, ma hanno scoperto che era stato trasferito alla prigione pubblica di Mansura alle tre del pomeriggio dello stesso giorno".

"Siamo molto preoccupati per gli sviluppi del trattamento riservato a Patrick - scrivono ancora -, non siamo a conoscenza di ciò che sta accadendo a Patrick e non saremo in grado di confermare il suo benessere per altri dieci giorni, quando saranno consentite le normali visite".

"Chiediamo che la Procura si avvalga della propria autorità per consentire una visita eccezionale alla famiglia di Patrick - aggiungono -, affinché possa verificare il suo stato di salute, e al suo avvocato, così che possa fornire consulenza legale e accertarsi del suo benessere e delle condizioni del suo nuovo luogo di detenzione".

(Unioneonline/F)
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