Virus, i contagi nel mondo sfondano quota dieci milioni
I morti dall'inizio della pandemia sono mezzo milione. E la Ue ancora non trova l'accordo sulla lista dei Paesi sicuriPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
I casi di coronavirus a livello globale hanno superato la soglia dei 10 milioni: è quanto emerge dai dati della Johns Hopkins University, secondo cui il bilancio dei decessi sfiora adesso quota 500mila.
Le statistiche dell'università americana indicano che i contagi nel mondo sono adesso 10.001.527, inclusi 499.024 morti.
Le persone guarite finora sono 5.062.145.
A preoccupare oltre agli Stati Uniti e al Brasile è il fronte russo, che ha superato la soglia dei 9mila morti su un totale di 633.542 contagi confermati. Le persone guarite sono 398.311.
I VIAGGI - Una situazione globale che appare insomma ancora incerta, tra contagi di ritorno e improvvise esplosioni del virus. Ecco perché l'Ue non ha ancora trovato un'intesa sulla lista dei "Paesi sicuri" ai quali riaprire le frontiere dal primo luglio.
Secondo quanto riferiscono fonti diplomatiche europee all'agenzia France Presse "i colloqui sono ancora in corso e andranno avanti fino a lunedì" perché alcuni membri hanno chiesto più tempo.
Venerdì gli inviati Ue hanno concordato una lista di 14 Paesi (più la Cina a patto che valesse il criterio di "reciprocità"), che escludeva gli Stati Uniti, da sottoporre ai governi nazionali e sulla quale la Croazia, presidente di turno dell'Ue, aveva chiesto un feedback entro ieri pomeriggio con la speranza di metterla ai voti di tutti i 27 membri il prima possibile.
Ma alcuni, riferiscono le fonti, vogliono limitare la riapertura ai soli Paesi nei quali la situazione epidemiologica è "come o migliore" di quella all'interno dell'Ue. L'accordo sulle riaperture sarà comunque una raccomandazione perché la decisione finale spetta a ciascun governo. Nella lista provvisoria di Paesi sicuri ci sono Algeria, Australia, Canada, Georgia, Giappone, Montenegro, Marocco, Nuova Zelanda, Ruanda, Serbia, Corea del Sud, Thailandia, Tunisia e Uruguay.
(Unioneonline/D)