Dura condanna all'Italia da parte dei giudici di Strasburgo in tema di violenza domestica.

La Corte europea dei diritti umani ha sanzionato le autorità del nostro Paese perché "incapaci" di proteggere donne e bambini dagli istinti omicidi degli uomini, mariti e padri.

Il pronunciamento è nato da un caso speficico, risalente al novembre 2013: a Remanzacco, in provincia di Udine, un uomo uccise il figlio diciannovenne e tentò di assassinare anche la moglie. Prima dell'omicidio, più volte la donna e i suoi vicini di casa avevano denunciato il pericolo che la famiglia stava correndo.

Secondo la Corte, cui la vittima si è in seguito rivolta, "le autorità italiane hanno privato la denuncia di qualsiasi effetto creando una situazione di impunità, che ha contribuito al ripetersi di atti di violenza".

La sentenza, che diventerà definitiva tra tre mesi, fa riferimento alla violazione dell’articolo 2 (diritto alla vita), 3 (divieto di trattamenti inumani e degradanti) e 14 (divieto di discriminazione) della Convenzione europea dei diritti umani.

Alla vittima sono stati riconosciuti 30mila euro per danni morali e 10mila per le spese legali.
© Riproduzione riservata