Vaticano, quattro anni di Francesco: il Papa degli ultimi. A marzo la visita a Milano
Quattro anni di pontificato. Quattro anni da quando Papa Bergoglio, affacciandosi alla finestra della sua casa a San Pietro ha salutato la folla quel "Signore, signori, buonasera", parole semplici e"familiari" che hanno spinto in molti a considerarle il segno di un vero, nuovo corso per il Vaticano.
E così è stato. Perché il nuovo vescovo di Roma "arrivato quasi dalla fine del mondo", dall'Argentina, quel 13 marzo 2013 ha effettivamente dato inizio a una svolta, arrivando al soglio pontificio dopo le dimissioni di Benedetto XVI, che il 16 aprile compirà 90 anni.
Il suo messaggio, l'impronta che in questi quattro anni ha voluto dare alle sue azioni, ha riportato al centro gli ultimi, i migranti e i rifugiati, le periferie tutte, il mondo omosessuale, gli esclusi, e ha anche puntato a una riforma delle alte sfere politiche in Vaticano.
MIGRANTI - Il primo dei suoi viaggi, a pochi mesi dall'elezione, è Lampedusa, la porta d'accesso all'Europa dall'Africa. E in quell'occasione lancia al mondo un monito perché si assuma la responsabilità della vita di milioni di persone in fuga dalle guerre. Un viaggio a cui ne sono seguiti altri, come quello sull'isola di Lesbo, in Grecia, a pochi chilometri dalle coste turche, in uno dei più grandi centri profughi d'Europa da cui torna con 12 rifugiati siriani.
IL GIUBILEO - Francesco decreta poi l'apertura anticipata del Giubileo nel cuore dell'Africa, a Bangui, bagnata dal sangue dei massacri interconfessionali, decidendo di aprire le porte sante in ogni diocesi del mondo.
GLI OMOSESSUALI - "Io credo che la Chiesa non solo deve chiedere scusa ai gay che ha offeso, ma anche ai poveri, alle donne e ai bambini sfruttati", dice nella conferenza stampa tenuta sul volo che lo riporta dall’Armenia a Roma. Dichiarazione che segue quella fatta durante il suo primo viaggio all’estero, in Brasile nel luglio 2013: "Se una persona è gay e cerca il signore, chi sono io per giudicarla?"
LE NOMINE IN VATICANO - In una Santa Sede coinvolta da scandali come quello che è salito all'onore delle cronache come Vatileaks 2, Bergoglio chiede all'episcopato italiano di cambiare marcia: "Preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze", dice in un incontro alla Cei.
LA VISITA A MILANO - Il 25 marzo Papa Francesco è atteso a Milano. Una giornata di visita pastorale colma di impegni. Bergoglio andrà come prima tappa alle case popolari della periferia sud della città, con un incontro con le famiglie residenti e famiglie rom, islamiche e immigrate.
Poi la visita ai vescovi in Duomo dove reciterà l'Angelus e incontrerà i fedeli, prima di dirigersi al carcere di San Vittore e, successivamente, al parco di Monza per la celebrazione eucaristica.
Ultimo spostamento, quello allo Stadio Meazza di San Siro dove incontrerà i ragazzi cresimati, i genitori, i padrini e le madrine, rispondendo ad alcune domande di un cresimato, di un genitore e di un catechista.
Per la visita a Milano, sono già oltre 3mila i volontari che si sono messi a disposizione della Diocesi e si occuperanno dell'accoglienza dei fedeli.
IL PALCO A MONZA E LE POLEMICHE - Per la messa al parco di Monza, è in allestimento una struttura avveniristica, fatta da due grandi torri laterali a sorreggere la copertura e a formare una sorta di "grande ponte" che dovrebbe evocare il tema dell’incontro. Una struttura dal grande impatto scenico - lunga 80 metri e profonda 30 - che ha fatto storcere il naso a molti, soprattutto se messa in relazione con la sobrietà predicata da quattro anni a questa parte da Papa Francesco.