Un’altra notte di combattimenti in Medio Oriente, la sesta di violenti scontri tra Hamas e Israele.

Dopo gli attacchi notturni lanciati da Gaza verso l'area di Tel Aviv, stamane Hamas ha ripreso a bombardare con intensità le località israeliane più vicine alla Striscia. Al tempo stesso l'aviazione israeliana afferma di aver colpito la scorsa notte un centinaio di obiettivi a Gaza, anche nel tentativo di distruggere la rete di bunker militari allestiti da Hamas.

Uno dei raid ha sfiorato la sede dell' Unrwa, l'agenzia dell'Onu per i rifugiati palestinesi. "Uomini, donne, bambini e anziani sono attualmente nei rifugi", riferiscono le forze armate israeliane. Intorno alla mezzanotte, inoltre, un veicolo palestinese ha sfondato un checkpoint militare e ha tentato di travolgere i soldati israeliani a sud-ovest di Hebron. Un soldato israeliano ha risposto all'attentato sparando verso il veicolo.

A Gaza City, secondo quanto riferito da al Jazeera, sarebbero stati colpiti una strada del centro e due edifici residenziali. L'attacco, avvenuto senza preavviso, avrebbe fatto almeno tre vittime più un numero imprecisato di persone rimaste sotto le macerie.

Fonti locali e residenti denunciano su Twitter decine di attacchi consecutivi sulle strade principali di Gaza City, che ostacolano anche i soccorsi delle ambulanze. In varie zone della città manca l'elettricità. 

Ieri è stata abbattuta anche la torre dei media, l'edificio sede dell'Ap e di al-Jazeera, raid condannato dalla Casa Bianca, con il presidente Joe Biden che ha sentito al telefono il premier Bibi Netanyahu. Ma, per la prima volta dal suo insediamento, il presidente americano ha anche parlato con il leader palestinese Abu Mazen. Con il quale, secondo l'agenzia Wafa, ha sottolineato gli "sforzi americani con le parti per riportare la calma e ridurre la violenza nella regione".

Il premier Benyamin Netanyahu a Biden ha ribadito che Israele "fa tutto il possibile per evitare di colpire persone non coinvolte. La prova è che le torri, al cui interno c'erano obiettivi terroristici sono state sgomberate dalle persone non coinvolte".

I vertici dei media hanno reagito con durezza: "Siamo sconvolti e inorriditi", ha denunciato la Ap.

"Questo episodio - ha detto il numero uno dell'agenzia Gary Pruitt - rappresenta uno sviluppo incredibilmente inquietante della situazione". Al Jazeera ha bollato il raid aereo israeliano "come un chiaro atto per impedire ai giornalisti di svolgere il loro sacro dovere di informare il mondo. Vuol dire mettere a tacere i media e nascondere la carneficina e la sofferenza indicibili della popolazione di Gaza".

I NUMERI DEL CONFLITTO – Sul campo lo scontro si fa sempre più duro. Da Gaza sono arrivati da inizio conflitto circa 2.400 razzi: la parte più colpita è stato il sud del Paese. Ma, dopo alcuni giorni di pausa, decine si sono abbattuti anche su Tel Aviv e la zona metropolitana costringendo la gente - compresa quella in spiaggia - a correre nei rifugi.

Finora in Israele i feriti sono 140 e 10 i morti in totale: 8 colpiti direttamente dai razzi, 2 per gli effetti collaterali. A Gaza le vittime sono 174 (di cui 47 bambini) e i feriti circa 1.200.

Hamas ha rivendicato la salva di razzi su Tel Aviv "come risposta alla strage", durante un attacco dell'aviazione israeliana, della famiglia Abu Hatab di cui, secondo fonti a Gaza, si è salvato solo un bambino estratto dalle macerie. Israele ha replicato che il raid era diretto a colpire alti esponenti di Hamas che si trovavano a Shati e che l'organizzazione terroristica "usa deliberatamente civili come scudi umani per proteggere le proprie attività ostili".

La tensione non si placa. Intanto in Israele è arrivato l’inviato di Biden, Hady Amr, per cercare di trovare una mediazione. Nelle prossime ore avrà contatti con le parti per cercare di mettere fine al conflitto.

Ma Netanyahu ha detto che le operazioni militari proseguiranno "per quanto necessario", lasciando intendere che per ora Israele non è interessato a un cessate il fuoco. 

(Unioneonline/L)

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