«Dobbiamo rafforzare questo movimento, far crescere la sua voce». 

JD Vance si prende il testimone del 31enne amico Charlie Kirk conducendo dal suo ufficio alla Casa Bianca l'omonimo show dell'influente attivista Maga, ucciso mercoledì scorso mentre parlava a una folla di studenti della Utah State University. Tyler Robinson, il suo presunto killer, si vedrà contestare le accuse martedì in tribunale: secondo l'Fbi, a incastrarlo sono anche una prova del Dna e un sms in cui diceva che aveva l'occasione di eliminare l'influencer e che non se la sarebbe lasciata sfuggire.

Intanto Donald Trump insiste che «la violenza sta a sinistra» e proseguono i licenziamenti per i commenti controversi sulla vicenda: l'ultimo è quello di Karen Attiah, editorialista afroamericana del Washington Post, silurata per un post sulla violenza delle armi da fuoco e sui «doppi standard morali». Vance raccoglie subito il combattivo appello di Erika Frantzve, la vedova di Kirk, a tener viva l'eredità del marito e a rafforzare il suo movimento tramite Turning Point Usa, l'organizzazione fondata da Charlie a 18 anni e diventata il motore del consenso trumpiano tra i giovani, soprattutto nelle università.

Una richiesta che si è già tradotta nella richiesta di aprire altre 37 filiali in tutto il Paese. Il 41enne Vance era uno degli amici più stretti di Kirk, e non solo per la vicinanza d'età: entrambi profondamente devoti (il primo cattolico, il secondo evangelico), sottili oratori, abili provocatori, amanti delle guerre culturali e ideologiche ma anche della libertà di parola e della non violenza. Il vicepresidente quindi sembra il profilo più adatto per raccogliere l'eredità di Charlie, di cui ha accompagnato la bara dallo Utah all'Arizona stringendosi insieme alla moglie Usha intorno alla vedova dell'attivista.

Domenica prossima sarà anche uno degli speaker principali, insieme a Donald Trump, nella cerimonia commemorativa di Kirk in uno stadio da oltre 60mila posti a Phoenix: un evento senza precedenti per la destra americana, che ora ha il suo «martire», come l'ha definito il tycoon. Nel Charlie Kirk Show Vance ha voluto ricordare proprio la moglie dell'influencer: «Mi ha detto una cosa che non dimenticherò mai... che Charlie non alzava mai la voce, che non imprecava mai contro di lei, che non era mai scontroso o cattivo con lei. Io credo di essere un bravo marito ma non posso dire di non essere mai stato sgradevole con mia moglie», ha ammesso, auspicando di diventare un «marito migliore». 

Quindi lo ha elogiato come «una delle persone più brillanti che abbia conosciuto, coraggioso, visionario, capace di ispirare milioni di giovani, creatore di un network per un'intera generazione», nonché «determinante» nella rielezione di Trump. «Gli ultimi giorni sono stati molto duri per me e tutti coloro che sono in questo edificio», ha detto, intervistando alcuni membri dello staff della Casa Bianca per raccogliere i loro ricordi, dal vice capo dello staff Steve Miller alla portavoce Karoline Leavitt. Invitato anche l'ex anchor di Fox Tucker Carlson. Se Vance prenderà in mano lo show di Charlie, Turning Point potrebbe diventare un'arma elettorale formidabile anche per le sue aspirazioni presidenziali: lo dimostrano il boom di milioni di follower sugli account social della vittima, le t-shirt 'Freedom' e 'I am Charlie Kirk' che spopolano in rete, l'onda lunga anche a livello internazionale.

Martedì intanto comparirà in aula il 22enne Robinson, che finora non ha confessato. Il capo dell'FBI Kash Patel ha rivelato però quelle che sembrano due "smoking gun": il Dna recuperato da un cacciavite e da un asciugamano, entrambi trovati insieme all'arma del delitto, corrisponde a quello del giovane; inoltre è stato recuperato un sms precedentemente cancellato nel quale Tyler scrisse che aveva «l'opportunità di eliminare» l'influencer conservatore e «la coglierò al volo».

(Unioneonline)

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