Tre condanne a morte e un ergastolo.

Si è concluso così, in Marocco, il processo per i quattro imputati ritenuti responsabili della morte di due turiste scandinave, la danese Louisa Vesterager Jespersen e la norvegese Maren Uelan.

Il delitto risale allo scorso dicembre quando le due ragazze, in campeggio alle pendici del monte Toubkal, furono uccise, decapitate e abbandonate a 60 chilometri da Marrakech per propaganda terroristica.

Il processo si è aperto lo scorso 2 maggio nella città di Salé, nel nordovest del Marocco vicino alla capitale Rabat. Le accuse per gli imputati erano apologia del terrorismo, attentato contro la vita delle persone con premeditazione e creazione di un gruppo per preparare e commettere atti terroristici.

Tre di loro, durante il processo, hanno chiesto il ''perdono di Dio". ''Non c'è Dio all'infuori di Allah. Che mi perdoni'', ha detto Abdessamad Ejjoud.

È stato lui, commerciante ambulante di 25 anni, ad aver organizzato la spedizione contro le due vittime e ad aver diffuso il video della loro decapitazione. Sempre lui ha rivendicato di fare parte dello Stato Islamico, anche se il gruppo jihadista non ha mai rivendicato il duplice omicidio.

(Unioneonline/D)
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