Donald Trump non smette di far discutere.

Questa volta per una dichiarazione sul presidente russo Vladimir Putin, fatta in tv prima della finalissima del Super Bowl: "Putin un assassino? Ci sono molti assassini, anche da noi. Cosa pensa? Che il nostro Paese sia così innocente?".

Dopo queste parole, i repubblicani hanno preso subito le distanze, con il leader della maggioranza al Senato Mitch McConnell che ha detto: "Putin è un ex agente del Kgb, è un criminale, eletto con una votazione che la maggior parte delle persone non riterrebbe credibile. Non penso si possa confrontare il modo in cui agiscono i russi e quello degli Stati Uniti", ha ribadito.

Per sedare il biasimo del Grand Old Party è dovuto intervenire il vice di Trump, Mike Pence: "Nessuna equivalenza morale. Quello che avete sentito era la determinazione a cercare di trattare con il mondo per quello che è, di lanciare un nuovo inizio con Putin e con la Russia", ha spiegato il numero due di Washingtyon, precisando che "gli ideali americani sono superiori a quelli di paesi in tutto il mondo".

La reazione di Mosca, arrivata per bocca di Dmitri Peskov, non si è fatta comunque attendere, con il portavoce del Cremlino ha che ha parlato di "parole insultanti e inaccettabili sul presidente russo".

In queste ore, inoltre, il presidente americano sembra aver fatto dietrofront sul suo attaggiamento riguardo la Nato, dopo aver definito più volte l'Alleanza una "istituzione obsoleta".

The Donald ha infatti deciso di partecipare al vertice in Europa di fine maggio e ha espresso "deciso sostegno" alla Nato in una telefonata con il segretario generale Jens Stoltenberg.

Nel colloquio i due hanno discusso in particolar modo del conflitto ucraino e di come incoraggiare tutti gli alleati a rispettare i loro impegni nelle spese per la difesa.
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