«Ogni Paese Nato deve aumentare gli stanziamenti per la difesa al 5% del Pil». È quanto chiede il neopresidente Usa Donald Trump, che ribadisce l’intenzione, già annunciata, di sollecitare le nazioni dell’Alleanza Atlantica a portare il target attuale del 2% a più del doppio.

Il tema, nell’Unione Europea, è già oggetto di discussione. Per quanto riguarda l’Italia, «non siamo ancora riusciti a raggiungere il 2% e per adesso il nostro obiettivo è il 2%, quello fissato ufficialmente dalla Nato. La prossima riunione della Nato sarà a fine giugno, vedremo se fisseranno un altro obiettivo. Per ora è il 2», ha spiegato il ministro della Difesa Guido Crosetto.

Per il premier polacco Donald Tusk, presidente di turno dell’Ue, «uno spazio comune per la difesa richiede un finanziamento comune». Questo perché – ha spiegato parlando all’Europarlamento – «è finita l’era della comodità», dunque, «occorre aprire gli occhi e prendere atto del cambiamento delle circostanze. L’Europa deve iniziare a difendersi da sola, deve spendere anche soldi europei, il futuro sta in noi non nelle mani di Cina o Stati Uniti».

Il premier polacco invita quindi a «non trascurare la sfida del 5% del pil dedicato alla spesa militare». Al momento l’obiettivo del 5% sollecitato dagli Usa viene comunque giudicato dalla Ue «irrealizzabile», tranne che da pochi paesi e la Polonia è tra questi.

Il governo tedesco, ad esempio, ha sottolineato che per la Germania «Il 5% del Pil corrisponde a oltre 200 miliardi di euro all’anno, mentre il budget federale non arriva nemmeno a 500 miliardi». 

Senza contare che la maggioranza dei Paesi Ue già oggi non arriva a stanziare il 2% fissato dagli accordi sottoscritti nel 2014 (l’Italia è attorno all’1,5%).

Il neosegretario Nato Mark Rutte, dal canto proprio, ha ipotizzato una “via di mezzo”, ovvero un obiettivo del 3% del Pil nazionale dedicato alla Difesa.

(Unioneonline/l.f.)

© Riproduzione riservata