Un piccolo scandalo si abbatte sul governo di Boris Johnson, proprio nei giorni in cui il premier si sta rimettendo dall'infezione da coronavirus.

Protagonista Michael Gove, uno dei più influenti ministri del governo Tory.

Per lui l'accusa di aver preteso un tampone a tempo di record per la figlia 17enne, colpita da leggeri sintomi compatibili col Covid-19. Così, mentre masse di anziani e persino medici e infermieri attendono il test, per miss Gove sono bastate poche ore.

Michael Gove (Ansa)
Michael Gove (Ansa)
Michael Gove (Ansa)

Una telefonata di papà al professor Chris Whitty, chief medical officer del Regno, un permesso speciale e test (negativo) fatto. Il ministro si era messo in quarantena, a ciò era "dovuta" l'urgenza, e aveva bisogno di sapere se la figlia fosse positiva per poter, in caso contrario, rientrare al lavoro.

Ma qualcuno ha storto comunque il naso.

"Ho delle riserve - ha detto Rachel Reeves, neoministro ombra dell'opposizione laburista chiamata a fronteggiare Gove sugli stessi dossier di competenza - sul fatto che certe regole valgano per alcuni e non per altri. Tanto più che c'è ovvia carenza di questi test".

"Perché lui ha potuto ottenere il test per sua figlia e rientrare al lavoro mentre tanti operatori della sanità non possono?", si è chiesto retoricamente il giornalista populista Piers Morgan.

(Unioneonline/D)
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