La Corte europea dei diritti dell’uomo ha stabilito che la Russia è responsabile dell'assassinio dell'ex agente del Kgb Aleksander Litvinenko, ucciso dal polonio nel 2006 nel Regno Unito. 

I giudici di Strasburgo hanno dato ragione alla moglie di Litvinenko, che aveva fatto ricorso alla Cedu: il marito è stato ucciso da persone che hanno agito per conto del governo russo, o comunque con la connivenza e l'aiuto delle autorità russe.

Le autorità russe, secondo la Corte, hanno fatto ben poco per fare luce sulla vicenda, non collaborando neanche con l’inchiesta di Strasburgo. Per questo Mosca è stata condannata a versare 100mila euro per danni morali alla moglie di Litvinenko e altri 22.500 per le spese legali.

L'allora colonnello della Russian Federal Security Service Alexander Litvinenko in una foto d'archivio scattata a Mosca il 17 novembre 1998 (Ansa)
L'allora colonnello della Russian Federal Security Service Alexander Litvinenko in una foto d'archivio scattata a Mosca il 17 novembre 1998 (Ansa)
L'allora colonnello della Russian Federal Security Service Alexander Litvinenko in una foto d'archivio scattata a Mosca il 17 novembre 1998 (Ansa)

"Esiste il forte sospetto che Andrey Lugovoy e Dmitriy Kovtun, gli uomini che hanno avvelenato Litvinenko, abbiano agito in qualità di agenti del governo russo", scrive la Corte sottolineando che "il governo russo non ha fornito alcuna altra spiegazione soddisfacente e convincente degli eventi o capace di invalidare i risultati dell'inchiesta condotta dal Regno Unito". 

La sentenza diventerà definitiva tra 3 mesi se le parti non chiederanno e otterranno un secondo esame.

Immediata la reazione del Cremlino, che tramite il suo portavoce, Dmitry Peskov, ha bollato come "infondate" le conclusioni della Corte europea dei diritti umani. Lo riporta la Tass. 

(Unioneonline/D)

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