Centinaia di morti per il gran caldo durante il pellegrinaggio di questi giorni alla Mecca, e l'Egitto decide di sanzionare e di denunciare 16 agenzie turistiche per "frode", per aver spedito illegalmente molti pellegrini in Arabia Saudita.

Il premier Mustafa Madbuli «ha ordinato di ritirare le licenze di queste imprese, di deferirne i responsabili davanti alla giustizia e di comminare loro un'ammenda per destinarne i proventi a risarcimento delle famiglie dei pellegrini morti per colpa loro», è scritto in una nota del governo del Cairo.

Il bilancio è salito ad almeno 900 vittime e tanti parenti dei pellegrini dispersi durante l'hajj, a cui quest'anno hanno partecipato circa 1,8 milioni di persone, la maggior parte delle quali provenienti dall'estero, stanno cercando i loro cari. Facebook e altri social network sono stati inondati di foto di persone scomparse e di richieste di informazioni.

Oltre ai morti egiziani, 60 morti giordani sono stati segnalati dai diplomatici arabi. Sono stati confermati decessi anche in Indonesia, Iran, Senegal, Tunisia e Kurdistan iracheno. Un diplomatico asiatico ha riferito di "68 morti" tra i pellegrini indiani.

L'hajj è uno dei cinque pilastri dell'Islam e ogni musulmano che può permetterselo deve compierlo almeno una volta nella vita. Le date dell'hajj sono stabilite in base al calendario musulmano, che si basa sui cicli lunari, e negli ultimi anni i rituali si sono svolti a temperature roventi. Questo pellegrinaggio sta subendo sempre di più gli effetti del cambiamento climatico, ha avvertito uno studio saudita pubblicato a maggio, secondo cui le temperature nei siti in cui si svolgono i rituali stanno aumentando di 0,4 gradi Celsius ogni dieci anni.

Le temperature quest’anno hanno raggiunto i 51,8 gradi Celsius.

Ogni anno, decine di migliaia di pellegrini tentano di compiere l'hajj attraverso percorsi irregolari, non potendo permettersi i permessi ufficiali, spesso costosi.

(Unioneonline/D)

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