L'intervento della Russia nella scuola di Beslan "contribuì a causare vittime tra gli ostaggi" e violò i trattati sul rispetto del "diritto alla vita" non litando l'uso della forza a quanto "assolutamente necessario" nel corso del blitz per la liberazione.

Questa la sentenza emessa dalla Corte europea per i diritti dell'uomo, chiamata a pronunciarsi sulle responsabilità dell'esercito di Mosca nella strage (330 morti) del primo settembre 2004, quando militanti ceceni irruppero in un edificio scolastico pendendo in ostaggio più di mille persone tra bambini, adulti e genitori.

In base al pronunciamento dei giudici di Strasburgo, le autorità russe dovranno dunque versare circa 3 milioni di euro di risarcimenti.

Ma Mosca non ci sta.

Il Cremlino parla infatti di "sentenza inaccettabile" e annuncia la volontà di presentare ricorso.
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