"Sono stato io. Ho investito degli infedeli su ordini diretti ricevuti dall'Isis in Siria". Avrebbe confessato Rakhmat Akilov, il 39enne uzbeko responsabile dell'attentato a Stoccolma dello scorso 7 aprile.

Lo ha rivelato il sito di Aftonbladet, secondo cui l'uomo avrebbe anche invocato la fine dei bombardamenti in Siria.

Akilov si è visto rifiutare la richiesta d'asilo fatta nel 2014, e da febbraio era ricercato dalla polizia per essere espulso: a dicembre 2016 le autorità gli avevano dato un mese di tempo per lasciare la Svezia, ma lui aveva fatto perdere le sue tracce.

Secondo i tabloid viveva in un sobborgo della zona meridionale assieme a dei connazionali, o almeno lì avrebbe trascorso le ore immediatamente precedenti l'attacco, collegando il suo smartphone a una rete wireless.

La Svezia oggi ha osservato un minuto di silenzio per ricordare le vittime dell'attentato. Si è tenuta una cerimonia fuori dal municipio, a cui hanno partecipato anche i reali.

"Non siete soli, tutta la Svezia è con voi, la nostra democrazia trionferà sul fondamentalismo", ha detto il premier Stefan Lofven.

Intanto, i tabloid rivelano che tra le 4 vittime dell'attentato c'è anche una bambina.

Nove dei feriti sono ancora in ospedale, due di loro sono in gravi condizioni, ancora ricoverati in terapia intensiva.

L'OMAGGIO ALLE VITTIME DELL'ATTENTATO - VIDEO

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