Francia sotto choc per il “massacro” compiuto da un gruppo di ragazzi a Crépol, vicino a Grenoble, nel corso di una festa di paese, sabato scorso.

Secondo quanto ricostruito finora dalle forze dell’ordine, il branco, proveniente da una città vicina, ha fatto irruzione in una sala da ballo del piccolo paese di campagna, aggredendo i presenti con coltelli e accette. 

Tragico il bilancio: un morto – un ragazzo di 16 anni – e venti persone ferite, due delle quali versano ancora in gravi condizioni. 

Laurent de Caigny, procuratore che coordina le indagini, ha minimizzato, parlando di “maxi-rissa”, suscitando polemiche che si sono aggiunte allo sconcerto generale dell’opinione pubblica transalpina. 

Le testimonianze, infatti, concordano sul fatto che si sia trattato di una aggressione improvvisa e gratuita. 

Una delle ipotesi al vaglio è che un gruppo di giovani di origine straniera provenienti da un quartiere malfamato della città più vicina a Crépol, Romans-sur-Isère, siano arrivati con il preciso proposito di ferire i partecipanti alla festa. 

Il sito di news Dauphiné riporta inoltre la versione di un testimone, che avrebbe udito uno degli assalitori gridare: «Vogliamo accoltellare dei bianchi». Parole che hanno fatto ipotizzare una sorta di attentato. 

Sui fatti di Crépol imperversa anche la polemica politica. Marion Marechal, del partito di estrema destra Reconquête, parla di «razzismo anti-bianchi», mentre dal canto proprio il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, ha definito l'accaduto «il fallimento generale della nostra società».

(Unioneonline/l.f.)

© Riproduzione riservata