«Se non hai paura sei un incosciente. Ma siamo addestrati, conosciamo i rischi e sappiamo come affrontarli. Quando siamo arrivati siamo rimasti turbati ma abbiamo fatto l'unica cosa possibile: applicare le procedure e aumentare l'attenzione. È stata una missione molto impegnativa dal punto di vista psicologico e anche fisico».

Lo ha raccontato in un'intervista il tenente colonnello Bruno Vio, portavoce della Brigata alpina taurinense che da febbraio in Libano guida il Sector West sotto il controllo di Unifil e che ha ceduto  il comando alla Brigata Sassari.

«Non uno scenario semplice, la tensione qui è molto alta, inutile negarlo. Quello che rende più complesso il quadro è che si vive una sorta di effetto "montagne russe” con la tensione che raggiunge dei picchi, per poi tornare a stabilizzarsi. E dopo un periodo di relativa tranquillità succede sempre qualcos'altro, anche di impercettibile, che innesca una nuova escalation», ha detto Vio.

Dal 7 ottobre «se dobbiamo fare un calcolo, direi che siamo stati costretti a ripararci nei bunker più o meno quattro giorni su dieci», stima il militare. Il lavoro comunque è andato avanti: «Non abbiamo mai smesso di fare le nostre attività: 200 attività al giorno, tra pattuglie, osservazione e punti di monitoraggio». 

(Unioneonline)

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