«La situazione è preoccupante» ma «la missione rimane». Lo dice il portavoce di Unifil, Andrea Tenenti, parlando del dispiegamento in Libano del contingente italiano che dal 2 agosto è passato sotto il comando della Brigata Sassari.

«Continuiamo a essere operativi»,  spiega Tenenti, «le cose non sono cambiate se non per il maggior livello di attenzione. Continuano gli scontri a fuoco, così come accade ormai da dieci mesi, ma le attività non sono cambiate».

Se mai ci fossero condizioni tali da pensare a un ritiro della missione, prosegue il portavoce, «sarebbe il consiglio di sicurezza a prendere l'eventuale decisione, anche se ogni Paese è libero di rientrare». 

L'allerta, aggiunge, «è adeguata al momento che stiamo vivendo. Le alte tensioni legate agli eventi delle ultime settimane hanno innalzato i contrasti regionali. Al momento, però, niente sta cambiando nella missione, le attività restano uguali e noi continuiamo a restare operativi». 

Il comandante della Sassari, generale Stefano Messina, è a capo di un contingente di 3500 caschi blu, del quale fanno parte 1000 militari italiani, per la metà sassarini.

I 500 sassarini appartengono al 151° Reggimento, al 5° genio guastatori, al logistico e al 45° Reparto Comando e Supporti Tattici. Svolgeranno il loro mandato di sei mesi in un momento di grandissima tensione in Medioriente, con il rischio di estensione del conflitto e di escalation mai così alto.

Questa mattina il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha sollecitato i connazionali a lasciare il Paese il prima possibile. 

(Unioneonline/E.Fr.)

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