Superare le barriere imposte da politica e diplomazia grazie alla voglia di competere e allo studio.

È quello che sono riuscite a fare sei ragazze afghane, che hanno potuto sbarcare negli Stati Uniti aggirando i divieti del controverso "Travel ban" imposto dall'amministrazione Trump.

Pur risiedendo in uno dei sei Paesi nel mirino delle autorità Usa, le giovani sono riuscite ad avere comunque un visto per partecipare a un concorso di robotica per liceali.

Per la verità, le ricercatrici in erba hanno inizialmente avuto difficoltà a ottenere l'ok a lasciare la loro terra d'origine.

Poi, grazie all'intervento di alcuni big della politica americana, tra cui lo stesso presidente, è arrivato il via libera.

E così nei giorni scorsi hanno lasciato Herat, approdando a Washington.

"È fantastico essere qui, con i nostri robot, e partecipare a questa prova", ha detto una di loro, Fatema Qaderyan, 14 anni appena. Aggiungendo: "Siamo molto riconoscenti al popolo americano, a Bernie Sanders, alla senatrice Shaheen e in particolare al presidente Trump. Senza il loro sostegno non avremmo potuto partecipare a questa competizione".

Le sei ragazze resteranno su suolo americano sino alle fine di luglio, cercando di farsi onore nella sfida scientifica.

Per dimostrare, a loro stesse e soprattutto al mondo occidentale, che il passaporto può ingannare, mentre il talento, quello vero, non mente mai.

(Redazione Online/l.f.)
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