Sarà pure un'arma per "minacciare" in qualche modo l'Italia e l'Europa e spingerle a dargli maggiore sostegno, ma l'allarme del premier del governo di accordo nazionale libico, Fayez al Sarraj, non è da sottovalutare.

Anche perché arriva nel giorno in cui Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Moavero hanno ricevuto a Roma il vicepremier libico Ahmed Maitig.

"La crisi in atto a Tripoli, con l'avanzata delle forze del generale Khalifa Haftar sulla capitale libica, potrebbe spingere 800mila persone, migranti e libici, criminali e jihadisti legati all'Isis, verso l'Italia e le coste europee", afferma Sarraj in un'intervista al Corriere della Sera.

Il premier invita a non mandare aiuti al generale Haftar: "dice di attaccare i terroristi, ma qui ci sono solo civili, e sta bombardando anche ospedali e ambulanze".

"Questa - continua Sarraj - è una guerra che ci è stata imposta: noi difenderemo le nostre città, la guerra è ancora aperta e i combattimenti continuano, Ci auguriamo che la comunità internazionale operi al più presto per la salvezza dei civili".

E mentre anche l'inviato speciale Onu in Libia, Ghassam Salamè, condanna l'operazione di Haftar definendola un "colpo di Stato", in Italia esplode lo scontro tra il ministro della Difesa e quello dell'Interno.

TRENTA VS SALVINI - "Se in Libia dovesse scoppiare una nuova guerra, non avremmo migranti ma rifugiati. E i rifugiati si accolgono", ha chiarito Elisabetta Trenta per sottolineare che "chi pensa al possibile attacco in Libia per risolvere il problema dei migranti sta facendo un errore enorme, anche perché le conseguenze in termini di destabilizzazione ricadrebbero soprattutto sull'Italia".

"Su criminalità e controllo dei confini decido io. Se Di Maio e Trenta la pensano in modo diverso lo dicano in Consiglio dei ministri e faremo una franca discussione: i porti con me rimangono indisponibili, chiusi e sigillati".

"Vedo che la Lega e l'estrema destra sono partiti all'attacco della sottoscritta", ha replicato a stretto giro la Trenta. "Posso invitarli tutti da me, così gli spiego un po' di diritto internazionale e magari capiscono cosa possono produrre i loro toni aggressivi sulla Libia. Chi fugge oggi dalla Libia è un rifugiato, e alzando i toni rischiano solo di destabilizzare ulteriormente la situazione. Provocando così, loro per primi, nuovi flussi migratori verso l'Italia".

CONTE - Il premier ha parlato a margine degli incontri con il vice di al Sarraj e il vicepremier del Qatar Mohammed al Thani, grande sponsor del governo di accordo nazionale libico. "Ho ribadito la nostra forte preoccupazione per questa deriva militare. Auspichiamo un cessate il fuoco immediato e il ritiro delle truppe LNA (il braccio armato di Haftar, ndr). Chi pensava che un'opzione militare potesse favorire una soluzione alla crisi libica, viene smentito. L'unica opzione sostenibile è il dialogo politico".

Conte ha anche sottolineato la necessità di "scongiurare una crisi umanitaria che potrebbe preannunciarsi devastante non solo per le ricadute sull'Italia e sull'Ue, ma anche per le stesse popolazioni libiche".

(Unioneonline/L)
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