Si aggrava il bilancio dell'attentato terroristico alla metro di San Pietroburgo: si parla di almeno 14 morti, numero ancora provvisorio e probabilmente destinato a salire, e decine di feriti.

Intanto una fonte delle forze dell'ordine russe ha fatto sapere che il kamikaze sarebbe un giovane di 22 anni, unico responsabile dell'attentato.

Si chiama Akbarzhon Jalilov, è un cittadino russo nato in Kirghizistan, nella città di Osh.

Il Kighizistan è un Paese dell'Asia centrale a maggioranza musulmana, stretto alleato della Russia, di cui ospita anche una base militare.

Il ragazzo avrebbe portato l'esplosivo in uno zaino. È stato lo stesso Jalilov, secondo le autorità russe, a lasciare il secondo ordigno poi rimasto inesploso. E vicino al vagone in cui si è verificata l'esplosione è stata trovata la testa del kamikaze.

Sui media russi e su internet sono state diffuse delle fotografie che mostrano un giovane con gli occhiali e uno zaino in spalla, una giacca marrone con il cappuccio e un cappello blu.

Il ragazzo sarebbe legato a gruppi islamisti radicali.

L'uomo di mezza età con la barba, indicato in un primo momento come responsabile dell'attentato, si è presentato alle autorità e ha dichiarato di essere estraneo ai fatti.

Intanto il presidente Vladimir Putin si è recato alla stazione della metropolitana Technology Institute dove ha deposto un mazzo di rose rosse in ricordo delle vittime.

Nella notte il leader del Cremlino ha ricevuto la telefonata del presidente Usa Donald Trump: The Donald ha fatto le condoglianze per le vittime e ha assicurato il "sostegno totale degli Stati Uniti nel rispondere all'attacco e nel portare i responsabili davanti alla giustizia".

"I due presidenti hanno convenuto che il terorrismo è un male che va combattuto congiuntamente e sconfitto rapidamente", ha fatto sapere Mosca.

Per la Russia è arrivato anche il sostegno dell'Onu, che ha condannato l'attacco "barbaro e vile", espresso cordoglio e solidarietà, e ammonito: "I responsabili, gli organizzatori, i finanziatori e i mandanti di questi atti riprovevoli devono essere portati davanti alla giustizia".

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