"Assolutamente nessuna collusione" tra la campagna elettorale di Donald Trump e la Russia.

Questo il commento del presidente degli Stati Uniti dopo che il suo ex consigliere alla Sicurezza nazionale ha ammesso di aver mentito all'Fbi.

"Flynn ha mentito anche se non c'era niente da nascondere!", ha poi twittato il numero uno della Casa Bianca, che nel frattempo ha cancellato molti degli impegni previsti.

LA CONFESSIONE - Flynn ha accettato di collaborare con le indagini del procuratore speciale Robert Mueller e ieri è comparso in tribunale dichiarando di aver mentito sui contatti avuti nel dicembre 2016 con Sergey Kislyak, allora ambasciatore russo, a proposito delle sanzioni imposte a Mosca da Obama.

Stando alla stampa americana è solo il primo dei guai in vista per Donald Trump: Flynn intenderebbe anche confessare che fu il magnate repubblicano a chiedergli di stabilire contatti con la Russia, quando ancora non era presidente, inizialmente per far sì che Stati Uniti e Russia lavorassero assieme contro lo Stato islamico in Siria.

Prima di Flynn altre tre persone sono state incriminate nell'ambito delle stesse indagini: si tratta dell'ex manager della campagna di Trump, Paul Manafort, del suo associato Robert Gates, dell'ex consigliere di campagna e avvocato George Papadopoulos.

(Redazione Online/D)

LA CONFESSIONE DI FLYNN:

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