«Mia figlia non ne può più, è lì da quindici mesi, vive una situazione complicata, sta in cella 23 ore e ha solo un'ora di aria. Dobbiamo tirarla fuori». Lo ha detto Roberto Salis, papà di Ilaria Salis, al Salone del Libro di Torino, nel corso di un evento con il deputato di Avs Marco Grimaldi.

Il regime carcerario cui la maestra monzese di origine sarda, arrestata con l’accusa di aver aggredito due militanti neonazisti nel corso di una manifestazione a Budapest, «è più duro del 41 bis dell'Italia», ha affermato Salis. Aggiungendo: «Anche il regime alimentare è complicato. Siamo riusciti a farle avere un phon dopo quattordici mesi. Per sette mesi ci sono stati negati i contatti, ora posso parlarle solo 70 minuti alla settimana, due ore di Skype al mese. Mi chiama lei».

«Per fortuna – ha concluso Roberto Salis – mia figlia è una roccia e io tengo duro».

(Unioneonline/l.f.)

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